Coronavirus, Gimbe denuncia: la Lombardia sottostima i dati, “falsato” indice Rt. La Regione: parole gravi
di Simona Ravizza e Fiorenza Sarzanini
I dati ufficiali sulla diffusione del virus in Lombardia, fondamentali per valutare la riapertura dei confini, sono verosimilmente sottostimati». Così al Corriere della Sera Nino Cartabellotta, presidente del Gimbe che stamattina aggiorna il monitoraggio sulla capacità di sorveglianza dei contagi delle regioni italiane.
La denuncia arriva nelle ore cruciali in cui il governo deve decidere il «liberi tutti» sugli spostamenti a partire dal 3 giugno. L’annuncio è atteso per domani. Ai dubbi degli scienziati espressi nei giorni scorsi, s’aggiunge l’analisi indipendente del Gimbe. La Lombardia, la più colpita dall’epidemia, non è pronta per quattro motivi. Uno: la percentuale di positivi al giorno è più alta di quella che viene comunicata. Per capire la reale incidenza dei nuovi casi sul numero di tamponi eseguiti non bisogna prendere, come invece viene fatto nei comunicati quotidiani, il totale dei tamponi, ma solo dei «diagnostici», escludendo cioè quelli eseguiti per confermare la guarigione virologica o per necessità di ripetere il test. Così ben si vede come, nella settimana tra il 4 e il 27 maggio, la percentuale di tamponi diagnostici positivi in Lombardia (6%) è superiore alla media nazionale (2,4%). L’ultimo dato comunicato dalla Lombardia è invece dell’1,7%. Situazione critica anche per Liguria (5,8%) e, in misura minore, per Piemonte (3,8%), Puglia (3,7%) ed Emilia-Romagna (2,7%).
Due: il numero dei positivi è sottostimato perché manca ancora un tamponamento massiccio. I tamponi «diagnostici» per 100 mila abitanti in Lombardia sono 1.608, poco sopra la media nazionale di 1.343. Contro i 4.076 della Valle d’Aosta e i 4.038 della Provincia Autonoma di Trento, le regioni che ne fanno di più. Il Veneto è a 1.800. Ora, siccome per trovare il virus lo devi cercare, il dubbio è: quanti sarebbero davvero i casi se la Lombardia facesse un tamponamento massiccio? «Nelle tre Regioni ad elevata incidenza di nuovi casi, la propensione all’esecuzione di tamponi rimane poco al di sopra della media nazionale sia in Piemonte (1.675) che in Lombardia (1.608) – ribadisce il Gimbe –, mentre in Liguria (1.319) si attesta poco al di sotto».
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