Coronavirus, Gimbe denuncia: la Lombardia sottostima i dati, “falsato” indice Rt. La Regione: parole gravi

Tre: i nuovi casi giornalieri, per 100 mila abitanti, sono il triplo della media nazionale, ma sono i meno noti. L’incidenza di nuovi casi per 100.000 abitanti, rispetto alla media nazionale (32), è nettamente superiore in Lombardia (96). Seguono Liguria (76) e Piemonte (63). Se il dato del Molise (44) non desta preoccupazioni perché legato a un recente focolaio già identificato e circoscritto, quello dell’Emilia-Romagna (33) potrebbe essere sottostimato dal numero di tamponi diagnostici (1.202 per 100.000 abitanti) ben al di sotto della media nazionale (1.343). Qui il Gimbe sottolinea, quello già evidenziato dall’epidemiologo Vittorio Demicheli, rappresentante delle Regioni nella cabina di regia del ministero della Salute: «Al di là dei bollettini ufficiali, i dati che preoccupano per la Lombardia, sono i meno noti». Conclusione di Cartabellotta: «A 23 giorni dall’allentamento del lockdown, dunque, la curva del contagio non è adeguatamente sotto controllo in Lombardia, Liguria e Piemonte: in queste Regioni si rileva la percentuale più elevata di tamponi diagnostici positivi, il maggior incremento di nuovi casi, a fronte di una limitata attitudine all’esecuzione di tamponi diagnostici. In Emilia-Romagna, una propensione ancora minore potrebbe distorcere al ribasso il numero dei nuovi casi».

Quattro: la Lombardia sovrastima i guariti perché li comunica insieme ai dimessi di cui non è noto lo status di guarigione, clinica o virologica. Ciò fa sì che i 24.037 soggetti oggi potenzialmente infetti in realtà possano essere di più. E ciò, insieme alla limitata propensione all’effettuazione dei tamponi, sottostima il valore dell’indice Rt.

Immediata e durissima la risposta della Lombardia. «Le dichiarazioni sono gravissime, offensive e soprattutto non corrispondenti al vero – si legge in una nota. In Lombardia fin dall’inizio della pandemia i dati vengono pubblicati in maniera trasparente e inviati alle Istituzioni e alle autorità sanitarie preposte. Nessuno, a partire dall’Istituto Superiore di Sanità, ha mai messo in dubbio la qualità del nostro lavoro che, anzi, proprio l’ISS ha sempre validato ritenendolo idoneo per rappresentare la situazione della nostra regione». «È dunque inaccettabile – conclude la Nota – ascoltare simili affermazioni che ci auguriamo vengano rettificate da chi le ha pronunciate».

CORRIERE.IT

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.