Piazza Affari tira il fiato dopo una settimana di rialzi. Spread riavvicina i 200
di Andrea Fontana e Paolo Paronetto
Il
ritorno delle tensioni Usa-Cina, in attesa della replica del presidente
americano Donald Trump, alla nuova legge sulla sicurezza nazionale
imposta da Pechino a Hong Kong che limita l’autonomia dell’ex colonia
britannica, hanno penalizzato i listini azionari nell’ultima seduta del
mese di maggio. Un mese comunque positivo per l’azionario europeo che
quindi non ha rispettato il classico ritornello degli investitori “Sell in May and go away” che etichetta maggio come un mese tradizionalmente negativo.
A
Piazza Affari, che ha allargato le perdite dopo l’avvio negativo di
Wall Street, il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,84% dopo aver
guadagnato oltre il 7% in una settimana. In rosso anche Wall Street: non
hanno aiutato il listino americano i dati sul calo del 13,6% delle spese per consumi
di aprile. Anche a fiducia dei consumatori americani a maggio,
migliorata rispetto al mese precedente, è stata inferiore alle
previsioni.
Maggio contro la tradizione: Piazza Affari è risalita del 2,8%
La
performance odierna ha solo in parte scalfito l’andamento
complessivamente di recupero delle Borse europee nel mese di maggio. Se
il bilancio da inizio anno resta negativo (-22,5%), Piazza Affari è
comunque risalita del 2,87% negli ultimi 30 giorni. Rialzi simili anche
per Londra e per Parigi, mentre Francoforte è stata di gran lunga la
migliore con un incremento del 6,7%. Da inizio 2020 l’indice principale
della Borsa tedesca ha perso “solo” il 12%.
Il f ocus resta sul braccio di ferro Usa-Cina. Twitter sotto pressione
L’apprensione dei mercati ha matrice americana. Il presidente americano Trump ha
annunciato una conferenza stampa «sulla Cina» e tanto è bastato per
mettere il freno a Wall Street. La Casa Bianca, che già aveva puntato
l’indice contro Pechino per la gestione dell’emergenza coronavirus, ha
mal digerito la nuova legge sulla sicurezza nazionale imposta a Hong
Kong, cosa che mette a repentaglio l’autonomia dell’ex colonia
britannica. Inoltre prosegue il braccio di ferro con i social network:
il presidente americano ha siglato un ordine esecutivo
volto a limitare l’immunità penale dei social network, con quella che è
stata presa come una ritorsione contro Twitter, che aveva deciso di
mettere in guardia gli utenti su messaggi del presidente potenzialmente
falsi. Twitter scende ancora sul NYse dopo che in mattinata Trump
è tornato alla carica accusando il social network di non fare “nulla
sulle bugie e la propaganda diffusa dalla Cina o dal partito democratico
di sinistra radicale”. Twitter ha deciso di permettere a terroristi,
dittatori e propagandisti stranieri di abusare della sua piattaforma” ha
scritto l’amministrazione Trump sull’account della Casa Bianca,
allegando un messaggio inneggiante alla jihad da parte dell’ayatollah
Ali Khamenei
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