Auguri roccioso signore per i tuoi 90 anni. Clint, un’utopia vivente che appartiene a tutti

C’è una onestà di pensiero venata di anarchia, nella Weltanshauung che il vecchio Clint sbandiera senza badare alla correttezza politica, che tocca il cuore. Anche chi ha trovato francamente imbarazzanti le sue ‘interviste alla sedia vuota’, sotto elezione di Obama, e il sostegno a Trump, non può non sentirlo affine e fratello. E’ un paradosso che vorresti, in un mondo migliore, diventasse la norma.

Non è soltanto quel suo essere “troppo individualista per essere di destra o di sinistra”, come si definì in una lontana intervista. E’ il medagliere etico, oltre che artistico, che in questi 90 anni ha accumulato. E’ l’uomo che ha portato all’Oscar l’eutanasia di “Million Dollar Baby”. E’ l’uomo che ha raccontato Iwo Jima dalla parte dei giapponesi : una rivoluzione. E’ il cineasta che in “Mystic River” ha riunito – e portato all’Oscar- Sean Penn e Tim Robbins, i due campioni dell’opposizione hollywoodiana alla guerra di  Bush, quando tutte le Majors stracciavano i loro contratti. E’ quello che con “Gran Torino”ha riscritto il codice dell’antirazzismo senza pistolotti, e riportato il western al rango di grande arte, con “Gli spietati” ( rifiutato da Venezia perché ‘di genere’, non è una leggenda metropolitana! ).

Il pistolero afasico che Sergio Leone liquidava affettuosamente come “un blocco di marmo”dirige in realtà come recita : in economia e di sottrazione. E’come il jazz. Perché in fondo – questo è il segreto -Eastwood è e resta essenzialmente un musicista. Il suo cuore batte con “Bird”, con le note di Charlie Parker e con quelle che compone per i suoi film.

 Per me, sullo schermo, la sua immagine più vera è quella di “Piano Blues”, l’episodio che Scorsese gli affidò nella sua serie documentaria sul Blues. Clint al piano, col suo coetaneo Ray Charles, e intorno a loro fantasmi leggendari, incancellabili. 

Da trasgressore, mi spalleggiò con calore durante uno di quegli eventi blindati di Hollywood dove se non rispetti il cerimoniale ti arrestano e basta. Trasgredire, ho capito allora, per lui è un piacere, il suo miglior vizio e la sua peggiore virtù. Chissà se pesa quel lembo di terra che da Monterey si inoltra verso le colline circostanti, così caro a lui e a John Steinbeck : anime diverse ma stesso spirito ostinato, da mai allineati. Due outsider.

L’HUFFPOST

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