Ora i populisti sono al bivio

Alessandro Sallusti

Per la prima volta banche, imprenditori e associazioni di categoria lo dicono chiaramente e insieme: i soldi che l’Europa metterà a disposizione dei Paesi membri ci servono, basta manfrine e non facciamo scherzi.

L’appello è rivolto ai partiti antieuropei e ai malpancisti dei partiti europeisti sia della maggioranza che dell’opposizione. Non si chiede a nessuno di calare le braghe di fronte a tedeschi e olandesi – tanto per fare un esempio – ma neppure di tirare la corda all’infinito con il rischio reale che alla fine si spezzi e addio ad alcune centinaia di miliardi che, viceversa, sarebbero a portata di mano se solo si usassero buon senso e pragmatismo.

Come noto Conte, sull’argomento, ha non pochi problemi con l’ala più intransigente e antieuropeista dei grillini, ma è innegabile che altrettanti problemi ci sono all’interno del centrodestra, con Lega e Fratelli d’Italia sostanzialmente contrari a stringere accordi economici, se non a fondo perso e senza alcuna condizione, e Forza Italia disponibile invece a trattare.

I populisti hanno le loro ragioni a dubitare dell’Europa, ma la loro narrazione – a tratti la loro retorica – non tiene conto dell’altra faccia della medaglia, cioè che i soci europei hanno qualche ragione a sospettare che l’Italia sia un Paese dalle mani bucate, altrimenti non avremmo il debito pubblico più alto e il patrimonio privato più alto dell’Occidente. Cioè siamo come quel tizio che ha tre ville e due Ferrari ma a fine mese piange miseria per pagare il conto al salumiere.

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