Pregliasco: “Sì, il virus è cambiato, ma non siamo al liberi tutti”

Non va però scordato che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese”. Il fatto che il lockdown abbia prodotto gli effetti sperati, per il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, anche lui nel Cts, “deve spingere a continuare sul percorso della responsabilità dei comportamenti individuali, da non disincentivare attraverso dichiarazioni pericolose (il riferimento è sempre a quanto detto da Zangrillo, ndr)”, mentre per la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, “nel momento in cui ci accingiamo all’apertura dei transiti da Regione a Regione e un ritorno a una vita il più possibile normale occorre al contrario invitare gli italiani alla massima prudenza”.

Zangrillo ha detto anche: “Dobbiamo tornare a un Paese normale perché ci sono tutte le evidenze che questo Paese possa tornare ad avere da oggi una vita normale” e Pregliasco concorda sull’opportunità di riaprire l’Italia, perché – tiene a precisare – non bisogna mai dimenticare che nelle pandemie non c’è solo il disastro sanitario, ma c’è anche il disagio psicologico e quello economico dei quali bisogna tenere conto”. Ma, avverte il virologo, “bisogna continuare a mantenere alta la guardia perché questo virus nuovo ci ha fregati, ci ha preso alle spalle e lo conosciamo ancora troppo poco”. Il primario del “San Raffaele” oggi ha puntato l’indice contro chi ha terrorizzato il Paese, sollevando reazioni molto accese tra i componenti del Cts – Locatelli, ad esempio, si è detto “sorpreso e sconcertato”. Pregliasco, che ha sempre invitato alla cautela non si sente toccato più di tanto dalle parole di Zangrillo. Per lui “bisogna essere vigili, il pessimismo che ci viene dal passato in questa fase non deve essere ipocondria, ma piuttosto stimolo a mantenere alta la guardia, alla vigilanza. Avendo contezza di una situazione di possibili nuovi focolai e di una seconda ondata, dobbiamo attrezzarci sapendo di essere in grado di gestire una situazione che presumibilmente non sarà grave come quella che abbiamo vissuto nei mesi scorsi”. Per Pregliasco, qualora dovessero riaccendersi nuovi focolai, si potrebbero immaginare, ad esempio, nuove micro zone rosse o contesti lavorativi da attenzionare.  E adesso che si andrà a ripristinare la mobilità da regione a regione, qualche intoppo potrebbe arrivare dalla Lombardia? Per il virologo milanese la situazione nella regione più colpita dal virus “non è così preoccupante. Oggi c’è una grande capacità di screening e dunque si riescono a intercettare anche casi meno gravi che in precedenza sfuggivano”. 

In definitiva, “anche alla luce delle evidenze di oggi sottolineate da Zangrillo, è bene riaprire tutti insieme, ma – conclude Pregliasco – sempre in un’ottica di responsabilizzazione rispetto alla necessità di osservare le prassi che abbiamo imparato durante l’emergenza vera e propria. Un atteggiamento che non deve sfociare nell’ipocondria, ma incoraggiarci a mantenere quello di cui abbiamo davvero bisogno per convivere col virus e cioè una vigile serenità”. 

L’HUFFPOST

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.