Il centrodestra in 70 piazze: “È il Paese che non s’arrende”

Amedeo La Mattina

Il centrodestra vuole dare «voce agli italiani che non ce l’hanno, non sono ascoltati dal governo». Vorrebbe ascoltare l’appello del Capo dello Stato alla concordia e allo spirito costituente, ma non sembra che ci sia aria. Oggi l’opposizione, con una Forza Italia tiepida, scende in piazza per protestare contro una maggioranza che non viene ritenuta all’altezza della grande sfida per la rinascita economica necessaria dopo la distruzione provocata dal Covid 19. Nel giorno della Repubblica, Lega e Fdi vogliono già intestarsi il fallimento, scommettere sullo tsunami in autunno in termini di disoccupazione e imprese chiuse, con le tante risorse messe in campo che non riescono ad entrare nelle vene della società. E allora oggi si comincia a puntare sulla roulette russa, sulla bomba sociale che paventa il nuovo presidente di Confindustria, Bonomi. Festeggia così, il centrodestra, il 2 giugno: in 70 piazze per gridare «Noi siamo l’Italia che non si arrende». I leader saranno a Roma in piazza del Popolo insieme a 300 persone tra parlamentari e amministratori, senza bandiere di partito, con le dovute distanze e le mascherine, assicurano gli organizzatori. Niente a che fare con i modi di protestare dei gilet arancioni di Antonio Pappalardo che sarebbe stato «criminalizzato» apposta per poter «criminalizzare anche l’opposizione parlamentare». Ci saranno Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Di fatto sarà un flash mob attorno a uno striscione tricolore lungo mezzo chilometro: cinque pezzi da cento metri inanellati che si stenderanno dalla piazza verso via del Corso. Una prova di mobilitazione contenuta.

L’idea era quella di partire da Roma. Poi si sono uniti presidi nei capoluoghi di regione e infine altre città sparse in tutta Italia dal Veneto alla Calabria. Saranno almeno 70 le manifestazioni, per Salvini addirittura un centinaio. Ma il centrodestra non è l’unico a volere «occupare» le celebrazioni del 2 giugno. Nei giorni scorsi si sono visti in piazza i militanti di CasaPound e i gilet arancioni. Questi ultimi torneranno alla carica proprio oggi a Roma. E non manca nemmeno la sinistra che – capitanata da Rifondazione comunista – ha riunito associazioni antifasciste e attivisti in molte città per «non lasciare il 2 giugno in mano alle destre».

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