CasaPound: “Ci sgomberano”. Raggi: “Torna la legalità”. L’indagine della procura sull’occupazione all’Esquilino
di LORENZO D’ALBERGO
Preavviso di sfratto per CasaPound. La storia dello sgombero della sede occupata 17 anni fa dalle tartarughe frecciate in via Napoleone III, nel cuore dell’Esquilino, è un continuo colpo di scena. Ecco l’ultimo: come racconta Davide Di Stefano, il portavoce della formazione di estremad estra, «un gruppo di militanti mercoledì sera è stato convocato in questura». Un incontro in cui ai militanti è stato anticipato “l’arrivo di un ordine di sgombero”.
La questura smentisce categoricamente, così come la Digos. “Non ci risulta, non è vero. Non è stato notificato nulla”, è la risposta dell’ufficio stampa di via di San Vitale alla notizia lanciata per prima dall’AdnKronos. Nessuna conferma anche dalla prefettura e dal ministero dell’Economia. Resta, però, la pista della procura: un esposto dell’Anpi – a cui poi si è aggiunto quello dell’Agenzia del Demanio – richiede il sequestro dello stabile. Un provvedimento penale su cui i pm di piazzale Clodio potrebbero aver deciso di accelerare con la richiesta al gip da una parte per restituire lo stabile ai legittimi proprietari e dall’altra per interrompere l’occupazione senza dover attendere ancora anni.
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Quel che è certo è che sulla sede a due passi dalla stazione Termini lo scorso anno si era mossa
Perché per ora sul palazzo a due passi dalla stazione Termini sono state avviate soltanto procedure amministrative.
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