Burocrazia Covid, negozi e cantieri strozzati dalle regole: “Siamo al collasso”
Altri una pulizia e sanificazione due volte al giorno. E i centri commerciali hanno norme anche più stringenti, con i grandi negozi di arredamento che hanno prenotazioni che si allungano per mesi.
“In un primo momento – osserva Mina Giannandrea, titolare di un grosso negozio di abbigliamento donna a Roma, aderente a Confcommercio – si diceva che avremmo dovuto sanificare tutti i vestiti provati o fare acquistare a scatola chiusa. Per fortuna, la norma è saltata, ma la gente ha comunque poca voglia di comprare. Ho 240 metri quadri e posso fare entrare 4 clienti alla volta, ma quasi mai ci riesco. Anche perché la gente non ha soldi. Ho un calo di fatturato del 70%, sono sull’orlo del collasso”.
Non diversa la situazione dei bar e dei ristoranti. Anche qui c’è obbligo di sanificazione del locale e di condizionatori senza ricircolo, puliti ogni settimana (in alcune regioni). E poi personale con mascherine, clienti senza maschera solo al tavolo, gel e cartelli informativi a profusione. “Come risultato – osserva Aldo Cusano, vicepresidente nazionale Fipe-Confcommercio, tre locali a Firenze – alla gente passa la voglia di uscire. Il calo del fatturato è dell’80%, 60mila esercenti non hanno riaperto e molti potrebbero smettere tra pochi mesi”.
QN.NET
Pages: 1 2