Arcelor Mittal, “3.300 esuberi e rinvio su Altoforno 5”
In mattinata Patuanelli non aveva nascosto il suo pessimismo: “Se Mittal ha deciso di andarsene se ne andasse e la finiamo qui. Troviamo il modo per farlo andar via, ci sono delle clausole, delle penali che lo rendono possibile – ha detto durante un’intervista a Radio Anch’io – Do’ ormai per scontato che arriverà un piano che non è assolutamente in linea con quanto abbiamo discusso per mesi fino a marzo e con quanto si aspetta il governo”.
A non avere fiducia in Mittal c’è anche l’indotto. La ditta d’appalto Ferplast ha ritirato i lavoratori dallo stabilimento siderurgico di Taranto. Si tratta di un’azienda con oltre 200 addetti tra contratto a termine e a tempo indeterminato, lamentando una ‘situazione insostenibile’ che riguarda i pagamenti: “hanno promesso un acconto che non è mai arrivato”.
Patuanelli non nasconde che preferirebbe avere le mani libere sull’Ilva di Taranto per mettere a punto il suo piano nazionale strategico dell’acciaio, annunciato nei giorni scorsi, una piano che porti tutta la filiera a una rivoluzione eco-sostenibile, già intrapresa da altre acciaierie come Arvedi. Lo società data come possibile acquirente delle acciaierie di Terni ha comprato una pagina pubblicitaria per dire che “All’acciaieria Arvedi le istituzioni, controllano, verificano, e certificano il rispetto della qualita’ ambientale nella produzione”.
L’ex ministra del Sud Barbara Lezzi (M5S) ha chiamato in causa il ministro dell’economia Roberto Gualtieri (l’altro ministro in campo per risolvere il caso Ilva con un ingresso dello Stato nel turnaround dell’acciaieria): “Mi risulta incomprensibile la posizione di Gualtieri che preferirebbe trattenere Arcelor pur sapendo che questo comporterebbe esborsi a carico dello Stato per poi ottenere una morte graduale del polo siderurgico. Con tutto il disastro ambientale che ne deriverebbe. Perché dovremmo, noi tutti cittadini italiani, erogare soldi ad Arcelor che in meno di due anni ha cambiato idea e programmi già troppe volte ?”.
TGCOM
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