Coronavirus, la ripresa paralizzata dalla paura. “Troppe contraddizioni sul virus”
C’è chi sostiene che ci sia stato un eccesso di lockdown,
soprattutto nel senso del martellamento della comunicazione: il
bollettino quotidiano, le conferenze stampa della Protezione civile e
del premier, i cento virologi in tv a tutte le ore.
“Ci sono e
c’erano in campo due esigenze fondamentali, rappresentate da gruppi con
interessi differenti: tutelare la salute e quindi correre meno rischi
possibili, da un lato, e, dall’altro, fare in modo che l’economia non
tracollasse. È difficile valutare se ci sia stato un eccesso. È certo,
però, che i messaggi sono arrivati a ritmo ossessionante. Ma la cosa
forse più preoccupante è stata e rimane l’incertezza delle previsioni,
sia di quelle riguardanti la pandemia sia di quelle economiche. La
popolazione sente questa incertezza, anche di gestione, come nel caso
della scuola. Il cittadino comune è in una situazione di incertezza e di
conseguenza agisce in modo sempre più cauto”.
Insomma, scontiamo «anche» una comunicazione martellante ma anche poco chiara.
“Gli esperti non solo non sono riusciti e non riescono a fare
previsioni univoche ma neanche a dare certezze, poiché si muovono in un
settore nuovo e inesplorato. Quindi non solo il martellare dei dati
quotidiani sulla pandemia, ma anche l’incertezza oggettiva che i
cittadini percepiscono: tutto questo non poteva non lasciare un segno
sui comportamenti anche di questa fase”.
Quando torneremo a una relativa normalità di comportamenti?
“Se riusciamo a superare senza nuove crisi l’inverno, quindi tra molti
mesi, allora potremo tornare alla normalità. Con l’estate la popolazione
comincerà lentamente a riprendere le attività. Ma non immagino folle
che vadano al ristorante. Solo la prossima primavera potremo davvero
riprendere a vivere con normalità”.
Le conseguenze dell’incertezza, però, si stanno ribaltando sull’economia che è ancora bloccata. Il rischio è che la paura si mischi con la rabbia di chi non riesce a farcela.
“Il governo negli ultimi mesi ha annunciato ripetutamente misure che però non corrispondono se non in minima parte a realizzazioni effettive. Ma gli annunci alimentano comunque le aspettative della gente e continui confronti tra i gruppi. La rabbia nasce dalle difficoltà economiche, ma si alimenta anche dai confronti tra gruppi sociali che percepiscono di essere più trascurati di altri o di ricevere meno di altri: da qui il risentimento”.
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