Coronavirus, le consulenze d’oro di Roberto Burioni (e del suo socio Nicola Bedin)
Le tariffe di “Back on track” variano a seconda del servizio e del
consulente scientifico prescelto dal cliente finale (oltre a Burioni,
Bedin propone ai clienti altri virologi «ed esperti» un po’ meno
gettonati), ma l’entità dei contratti di Lifenet Healthcare è riservata.
L’Espresso ha però scoperto qualche cifra significativa: Tim ha
firmato con Lifenet un contratto da circa 200 mila euro, mentre quello
con Snam, il nostro colosso pubblico del gas, può arrivare a massimali
pari a 150 mila euro. Se dentro Snam qualcuno ipotizza un
possibile conflitto di interessi (Bedin da consulente diventerà tra
pochi giorni presidente della società), Lifenet ha firmato un contratto
dai valori analoghi anche con la Marelli, la multinazionale
specializzata in prodotti e sistemi per l’industria automobilistica. E
per “riaprire in sicurezza” pure Gucci ha voluto la collaborazione della
srl e di Burioni. Contattato più volte, l’ufficio stampa del marchio
dell’alta moda ha preferito non confermare il valore del loro accordo.
Anche Ferrari ha bussato alla porta degli esperti in
rischio biologico per ottenere consigli su come distanziare gli operai
nelle fabbriche di Maranello, ma il Cavallino rampante (la cui proprietà
fa capo anche a Exor) avrebbe ottenuto da Lifenet una collaborazione
del tutto gratuita. Non da Burioni, che, come risulta all’Espresso,
dalla Ferrari ha ricevuto per il lavoro un cachet da 33 mila euro lordi.
Leggendo online i comunicati stampa delle aziende che annunciano la collaborazione con Lifenet e studiando lo stesso sito del gruppo, è evidente che in tempi di coronavirus i clienti non mancano: oltre ai brand già citati, si sono affidati a “Back on track” Vibram e Aci Sport, Philip Morris e Tecnogym, passando per la Pellegrini («ma a noi hanno chiesto circa 10 mila euro») fino alla Imab Group e al Gruppo Sapio. Facendo i conti, grazie alle consulenze sul Sars-Cov 2 in pochi mesi il fatturato della srl di Bedin potrebbe essere aumentato di cifre considerevoli. Superando di slancio il fatturato dell’ultimo bilancio depositato alla Camera di Commercio a fine 2018, dove i profitti annui risultano essere di poco superiori a 400 mila euro.
Ma in cosa consiste il servizio di consulenza della coppia Bedin-Burioni, e come si spartiscono i guadagni? Le slide destinate ai possibili acquirenti spiegano che “Back on track” risponde all’esigenza delle imprese italiane «di identificare le migliori linee guida per rafforzare la sicurezza dei propri dipendenti, avendo riguardo al rischio Covid-19, anche alla luce degli obblighi del datore di lavoro». Il servizio a pagamento garantisce una protezione a vari rischi potenziali, e un «valore aggiunto» costituito da strategie di prevenzione, da «nuove regole per massimizzare l’efficacia del rientro produttivo», e dai suggerimenti per tenere intatta «la reputazione aziendale, che deve essere salvaguardata e promossa con professionalità e competenza». Di fatto, Bedin e i suoi esperti fanno sopralluoghi, piazzano pannelli informativi ed adesivi per segnalare il distanziamento negli uffici e nelle fabbriche, si raccordano con i medici aziendali, propongono formazione per il personale, assistenza psicologica, e la preziosa «validazione scientifica».
In realtà molte grandi aziende avrebbero già le capacità interne per riorganizzarsi bene per la Fase 2. Di certo i contratti con Bedin e il celebre Burioni funzionano anche come marketing. Abbiamo contattato sia la Lifenet sia il virologo per avere conferma o smentita dell’entità dei vari contratti, e per sapere come vengono divisi i compensi tra la srl e gli esperti scientifici che fanno le consulenze.
Fonti interne all’azienda di Bedin ci hanno detto che delle cifre dei contratti e dei clienti loro «non parlano, essendo informazioni riservate», specificando poi che gli accordi economici anti-Covid variano a seconda «della complessità e della grandezza delle sedi» delle aziende. Alla domanda se i ricavi di “Back on track” vengano divisi a metà tra Lifenet e i vari esperti, Burioni su tutti, affermano che «su questo non facciamo outing». A fine telefonata aggiungono che in realtà «le consulenze scientifiche che fa il professor Burioni non sono legate a noi, sono svincolate. Lui fa consulenze per conto suo. È uno dei professionisti con cui ci troviamo a lavorare… ma in parallelo».
Come si spiegano dunque le brochure di “Back on track” dove le foto e i curriculum di Bedin e Burioni sono affiancati, e in cui si legge che si tratta di «un servizio di consulenza realizzato con Lifenet e dal prof. Roberto Burioni»? Il virologo all’Espresso chiarisce: «Della parte commerciale con le varie aziende se ne occupa solo Lifenet. Io sono solo un loro consulente. Quindi io non conosco l’importo del contratto con la Tim o altri gruppi. Io ho firmato un contratto di consulenza direttamente con Lifenet». Altro che «in parallelo», dunque, come sostengono da Lifenet.
Burioni spiega che in qualche caso fattura direttamente con le aziende, come nel caso della Ferrari o di Gucci. Ma quanto prende da Bedin resta un mistero. «Mi farebbe piacere dare all’Espresso tutti i dettagli, ma i contratti che ho firmato mi impongono riservatezza. Fermo restando che non ho nulla da nascondere, perché pago le tasse fino all’ultimo euro. Quello che prendo sono comunque cifre normalissime, le assicuro».
Sia Lifenet che il professore ospite fisso di Fabio Fazio forniscono a chi non se lo può permettere (come alcune Ong, per esempio) pareri del tutto gratuiti. Un lavoro pro bono che, per gli scienziati che lavorano a tempo pieno nella sanità pubblica (il San Raffaele è invece ateneo privato), non è una scelta, ma spesso un obbligo.
Al mercato delle consulenze si trovano virologi e luminari di ogni tipo, ma Massimo Galli, celebre infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, è certamente uno dei più richiesti. Risulta a L’Espresso che un colosso come la Pirelli abbia chiesto ad aprile proprio a lui una collaborazione per la sicurezza aziendale in merito al Covid, e che sia stata offerta a un prezzo assai più basso di quelli proposti da “Back on track”. Poco meno di 20 mila euro. «Confermo. Ma dica che se la cosa va in porto e il dipartimento approvasse quel contratto, prenderò una parte minima del totale. Il resto della somma andrà all’università che la destinerà alla ricerca scientifica» ragiona l’immunologo «Potrei guadagnare molto facendo le cosiddette “prestazioni occasionali”, è vero. Però secondo lei io in questo momento con il clima che c’è mi metto a fare attività economica sul Covid? Anche lo studio per Atm, l’azienda dei trasporti milanese, l’ho fatto gratuitamente».
L’ESPRESSO
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