“Chiesi di denunciare Torzi, 5 milioni forse spariti”. Monsignor Perlasca rompe il silenzio
Monsignor Alberto Perlasca è uno dei
protagonisti dell’affare milionario d’Oltretevere che riguarda
l’acquisto del palazzo di lusso a Sloane Avenue a Londra su cui sta
indagando la magistratura vaticana. Dopo l’arresto del broker molisano
Torzi accusato, tra le altre cose, di aver estorto 15 milioni alla Santa
Sede, il prelato, che compare tra gli indagati, rompe il silenzio.
Monsignor Perlasca, le hanno sequestrato un conto in Svizzera?
Assolutamente no. Per il semplice fatto che non ho conti personali in
Svizzera e sono pronto a querelare chiunque dichiari il contrario. È
stata fatta una notevole confusione, spero non ad arte, tra conti
personali e conti della Segreteria di Stato, sui quali, peraltro, non
avevo alcun potere di firma in quanto lo avevano solo i superiori. Io
avevo potere di firma solo congiuntamente ad un altro Superiore. Non
ricordo di averne mai dovuto fare uso, perché non ce n’è mai stato
bisogno. In altri termini: io non potevo spostare un solo centesimo.
Lei gestiva gli investimenti per
conto della Segreteria di Stato all’epoca dell’operazione riguardante il
palazzo di Londra. A un certo punto entra in scena il finanziere Torzi
per gestire la transazione per l’acquisizione del palazzo. Grazie a chi
arrivò in Vaticano?
Non è vero che io gestivo gli investimenti. L’Ufficio Amministrativo,
nel quale peraltro esiste un’apposita sezione finanziaria, si
interfacciava con i referenti esterni della Segreteria di Stato, i quali
suggerivano le diverse strategie che, a loro parere, potevano essere
seguite. Le proposte, poi, erano valutate dall’Ufficio ed inoltrate ai
superiori, i quali decidevano al riguardo. Il Sig. Torzi entra in scena
nell’ottobre del 2018, quando si trattò di uscire dal rapporto con il
Dr. Mincione. Venne introdotto dal Prof. Giovannini e dall’avv.
Intendente, a loro volta presentati dal Dr. Milanese. Il Sostituto era
monsignor Peña Parra.
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