COMUNICATO STAMPA – Webinar «L’impatto economico territoriale del Covid-19»
I due prestigiosi dirigenti consentiranno di dare una dimensione territoriale ai fenomeni socioeconomici e produttivi in atto a livello generale, e alle iniziative intraprese per il superamento della terribile crisi generata dal virus.
Tutti saranno coordinati da Carlo RICCI, socio RATI, professionista di lungo corso, promotore e realizzatore di azioni di sviluppo economico e territoriale di livello nazionale.
RATI ha organizzato questo incontro insieme alla Fondazione HUBRUZZO, con la quale condivide la realizzazione di progetti di carattere etico che trova nel comprensorio del Sangro una prima sperimentazione.
Il panorama imprenditoriale indigeno si presenta molto provato e pericolosamente esposto ad eventi irreversibili, anche perché, in diversi casi, non potrà più contare sull’effetto derivante dalla presenza di grandi aziende multinazionali. La crisi ha infatti investito anche alcune di loro, con il progressivo rientro in casa madre (talora ubicata in altro Paese) di segmenti produttivi importanti.
Le grandi aziende che non hanno mai superato bene la crisi del 2007/08, con l’arrivo della pandemia si sono ritrovate spiazzate rispetto ad evoluzioni tecnologiche internazionali profonde e vorticose, come nel caso del passaggio all’elettrico e all’ibrido del settore automotive.
Le aziende piccole e medie, poi, generalmente indigene, si presentano alla “guerra” inasprita dal coronavirus con armi del tutto inadeguate, per problemi endemici, come ritardi tecnologici, inadeguatezza manageriale, sottocapitalizzazione.
“Ora – dice Giovanni DI FONZO, presidente RATI – se consideriamo il valore della produzione del settore industriale della metalmeccanica sul PIL regionale ed il livello occupazionale storico, dovremmo metterci tutti qualche pensiero. A cominciare dal Governo regionale fino a scendere ai livelli istituzionali territoriali, ma anche alla classe dirigente complessivamente considerata, quella delle categorie professionali, oltre a una necessaria funzione di stimolo e progettazione delle Università abruzzesi”.
A sua volta il settore vitivinicolo, specie le aziende medio-piccole, più direttamente collegate al mondo della ristorazione, attraversa grandi difficoltà, anche in questo caso per gli effetti devastanti ed imprevedibili della pandemia.
“Il settore che abbiamo scelto – continua Di Fonzo – ha rivestito una importanza fondamentale sia come fonte esclusiva di reddito per migliaia e migliaia di famiglie sia, e più diffusamente ormai, come integrazione a redditi provenienti da altri settori rappresentati innanzitutto dalle industrie metalmeccaniche massicciamente presenti nei comprensori meridionali della regione Abruzzo. Ma anche in questo settore c’è grande fermento, progetti innovativi che vanno dal digital agrifood, dall’agricoltura di precisione, alla cura e controllo della qualità del prodotto e della sostenibilità ambientale della coltivazione, allo studio e alla progettazione di forme virtuose di integrazione con altri settori, a partire dall’enoturismo e altre forme più avanzate di agriturismo”.
L’associazione RATI lancia l’invito agli amministratori pubblici, al mondo delle professioni, a quello accademico, alle rappresentanze sociali a sperimentarsi in nuovi ruoli, in una generale assunzione di responsabilità collettiva e costruttiva e magari avviare la costruzione di un welfare generativo.
“Insomma – conclude il presidente – non si esce vivi dalla pandemia così come ci siamo entrati! Quelli che affermano altro sono intellettualmente disonesti e moralmente irresponsabili. Tutti noi, ognuno per quello sa fare, dobbiamo attivamente e costruttivamente convergere nel governo partecipato del cambiamento. La elaborazione del Piano di sviluppo si rende necessario ai livelli comunitario, nazionale, ma noi siamo convinti, anche a livello locale comunale o comprensoriale.”
Questi i link per assistere e partecipare:
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Daniela Di Cecco
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