Vescovi (Confindustria): “Belle idee nel piano Colao, ora il governo ci spieghi cosa vuol farne”
Si spieghi.
Nella parte della Pa, ad esempio, trovo fondamentale il superamento
della “burocrazia difensiva”: quando i decisori pubblici evitano di
portare a fondo procedimenti – come le gare – per non incorrere in
responsabilità personali. Io credo nelle persone e non accuso con questo
i burocrati. Ma vanno messi nella condizione di lavorare in modo
efficiente, sgravandoli di responsabilità che hanno dimostrato di
bloccare tutto.
Cosa manca nel piano?
Una tempistica certa e la definizione di obiettivi misurabili e
quantificabili. Ci sono voluti due o tre mesi per elaborarlo, è
comprensibile. Ora non diventi una minestra da riscaldare per tre anni.
Vorremmo tempi certi per condividerlo e adottarlo. Questo Paese è tanto
bravo a fare enunciazioni, molto scarso a tradurle in pratica. Il
governo deve dire subito se ci crede o no.
Mentre usciva il piano, il premier Conte reagiva gelido e non si sa se il manager sarà agli Stati generali; il ministro Di Maio lanciava il suo Patto per l’export; e le opposizioni lo stroncavano invocando la flat tax. Le sembra ci siano le condizioni?
Sembra un agire schizofrenico. Il documento ribalta il punto di vista
che spesso abbiamo addebitato alla componente “gialla” di governo, di
esser contro le imprese. Speriamo che sia una svolta. Ci vuole un passo
indietro di tutti per una visione di lungo periodo. Quelle che in
azienda chiamiamo vision e mission: decidere cosa sarà il Paese nei prossimi vent’anni.
Rep
Conte, Colao e la chimera degli Stati generali. Ecco perché la fase 3 proprio non decolla
di SERGIO RIZZO
Ognuno dovrebbe rinunciare a qualcosa…
La coerenza ha dei costi. Se il governo vuole credere in questo progetto
ogni schieramento deve abbandonare le sue rendite di posizione e aprire
un confronto tra maggioranza, opposizione e parti sociali. Le critiche
non hanno colore politico, le cito un caso per ciascuno: diano un
segnale immediato cancellando gli 80 euro, quota 100 e l’impostazione
data alle politiche del lavoro con i navigator e il Reddito di
cittadinanza. Lascino perdere salvataggi costosissimi per Alitalia.
Facciano giustamente un Reddito di emergenza per chi soffre, ma non si
nascondano dietro le card gialle delle Poste da distribuire agli
elettori. Serve anche un cambio di passo nella comunicazione…
Sembra un messaggio al presidente Inps, Tridico. Le sue parole sulle aziende che sfruttano la cassa integrazione in modo “opportunistico” hanno indignato i suoi colleghi…
Non voglio fare dietrologie quindi dico che è stata una ‘sparata’
infelice, uno scivolone colossale. Se l’obiettivo era fare danni, ci
sono riusciti …
Un po’ di autocritica non sarebbe sana, nell’ottica del dialogo tra governo e parti sociali che auspica?
Ci può essere, ma dà sempre fastidio quando si spara nel mucchio. Le
norme le hanno scritte loro, se sono fatte male e c’è stato opportunismo
deve fare autocritica chi le ha prodotte. Non difenderemo mai, invece,
chi opera contro le regole: deve esser trovato e pagare per la sua
responsabilità. Ma un presidente Inps deve comunicare e bene: faccia un
elenco, ci dica nomi e cognomi e allora ne riparleremo.
Tornando al piano Colao, sarebbe probabilmente assai costoso. Con che soldi realizzarlo?
Se è vero che ci sarà il Recovery Fund europeo e alla base dei
trasferimenti Ue ci sarà la richiesta di una pianificazione di
medio-lungo termine, il piano può esserne la base. Ma essendo denari in
buona parte da restituire, bisognerà chiarire che a tendere lo Stato
dovrà esser sempre meno presente. Dovrà risparmiare per tracciare un
percorso di rimborso credibile.
E’ fiducioso su questa capacità?
Una cosa è certa: se sprechiamo quei soldi dovremo attenderci solo cattive notizie. Le giovani generazioni non possono accettare che questa politica getti al vento altre risorse, scaricando su di loro il rimborso.
REP.IT
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