Guanti e mascherine: il Covid ingolfa lo smaltimento rifiuti. E le mafie fanno affari

di Milena Gabanelli e Simona Ravizza

Oggi potrebbe sembrare l’ultimo dei nostri problemi, ma se non si gestisce da subito presenterà presto il conto. Il fabbisogno giornaliero di mascherine solo in Italia è di circa 37,5 milioni di pezzi e 80 milioni di guanti. Tradotto in rifiuti: 1.240 tonnellate al giorno. A fine anno solo per questi due dispositivi di protezione avremo buttato nell’immondizia quasi 300 mila tonnellate che, su indicazione dell’Istituto superiore di Sanità, vanno nella raccolta indifferenziata. Il calcolo è dell’Istituto Superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) che stima il peso medio tra chirurgiche, Fp2 e Fp3 di 11 grammi ciascuna (per 410 tonnellate di spazzatura giornaliera). Stesso peso per una coppia di guanti (per 830 tonnellate). Nei due mesi di lockdown l’aumento è stato compensato dal calo dei rifiuti urbani prodotti dalle attività commerciali e produttive bloccate (-14%). D’ora in avanti non sarà più così e s’aggiungeranno anche tutti i prodotti monouso difficilmente riciclabili che, dai take away dei bar ai mantelli di tessuto non tessuto dei parrucchieri fino alle visiere delle estetiste, sono in crescita vertiginosa per motivi di igiene e sicurezza.

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