QS World University Rankings, la scalata delle università italiane
Il Politecnico di Milano è 137esimo al mondo
Il Politecnico di Milano quest’anno ha raggiunto la 137esima posizione
al mondo, guadagnandone dodici. Si conferma per il sesto anno
consecutivo la prima università Italiana ottenendo il proprio risultato
migliore e il secondo miglior risultato nazionale di tutte le edizioni.
Un’avanzata partita nel 2014 e sempre confermata. “Con orgoglio – il
commento – entriamo a far parte quest’anno del 12% delle istituzioni
universitarie eccellenti a livello mondiale”.
“I risultati arrivano in un momento di grande sfida per noi –dichiara il rettore Ferruccio Resta –
Negli ultimi mesi, nonostante l’emergenza sanitaria, siamo riusciti a
garantire da subito l’intera offerta formativa da remoto e ora anche le
attività di ricerca hanno ripreso vita nei laboratori. Con il prossimo
anno accademico il politecnico ripartirà in presenza, garantendo però la
didattica online agli studenti che ancora non riescono a raggiungere
l’Ateneo”.
Il balzo in avanti dell’Alma Mater, il ritorno della Sapienza
L’Università di Bologna gode di ottima fama: sale al 160mo posto, un
salto in avanti di diciassette posizioni. Ma raggiunge il posto numero
69 a livello mondiale – e il primo posto in Italia – nel campo della
Reputazione Accademica, l’indicatore che compone il 40% della
valutazione finale, basato sulle opinioni di oltre 100 mila
universitari. “Anno dopo anno i principali ranking mondiali – pur nella
loro visione per forza di cose parziale del contesto universitario –
continuano a premiare il nostro Ateneo, e questo è senza dubbio motivo
di grande soddisfazione per tutta la nostra comunità” commenta il
rettore Francesco Ubertini.
La Sapienza scala trentadue posizioni e rientra di
nuovo tra le top 200, conquistando il 171mo posto. Nel 2010 era
190esima, lo scorso anno 203esima. L’ateneo ha appena festeggiato un
primato in una diversa classifica: la Sapienza si è confermata al primo posto in Italia nella classifica internazionale del Centre for World University Rankings (Cwur). Il
ranking, nato otto anni fa sulla scia di quelli già affermati a livello
mondiale come QS, è stilato sulla base di parametri di cui quattro
legati alla research performance.
Chi sale e chi scende nel ranking
Il Politecnico di Torino avanza di ben quaranta posizioni, e ora occupa il 308mo posto. Per sedici università italiane la posizione è invariata rispetto allo scorso anno; tredici salgono in classifica, tre scendono. Le quattro new entry sono: l’università Vita-Salute San Raffaele che debutta al 392mo posto, la Libera Università di Bolzano (601-650), l’Università della Calabria e l’Università Politecnica delle Marche (801-1000). Milano-Bicocca registra la crescita più significativa, guadagnando oltre 60 posizioni e salendo dalla fascia 591 -600 alla fascia 521-530. L’Università di Napoli Federico II guadagna 48 posizioni rispetto alla edizione precedente e classificandosi al 424°. Trento e Pisa entrano tra le Top 400 al mondo, classificandosi entrambe al 389° posto, salendo rispettivamente di 37 e 33 posti.
La classifica: escluse Sant’Anna e La Normale di Pisa
QS Quacquarelli Symonds classifica le migliori mille università al mondo. Le tavole complete sono qui.
La classifica si basa su una ricerca che include le opinioni di 102.662
docenti, accademici e ricercatori e di 51.649 manager e direttori delle
risorse umane. Comprende l’analisi di 18.530.368 pubblicazioni
scientifiche, e di 138.397.765 citazioni.
Quest’anno sono cambiati i criteri di inclusione e di conseguenza non
rientrano nella classifica università prestigiose come la Scuola
Superiore Sant’Anna e La Normale di Pisa. “Abbiamo già espresso con
lettere indirizzate al management di QS Quacquarelli Symonds – spiegano Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale Superiore e Sabina Nuti,
rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna – la nostra perplessità
riguardo all’esclusione. Ci è stato spiegato che, da quest’anno, non
saranno incluse le università che non rilasciano il titolo di laurea:
gli studenti normalisti e santannini conseguono infatti il diploma di
laurea presso l’università di Pisa e, nell’ambito delle scienze
politiche e sociali della Scuola Normale Superiore, presso l’università
di Firenze”.
Le università italiane per voci del Ranking
Con 36 università classificate, l’Italia è il settimo paese più rappresentato al mondo in questa edizione e il terzo dell’Unione Europea, dopo il Regno Unito (86) e la Germania (45) e prima di Francia (28) e Spagna (26). L’Università di Bologna è la più apprezzata dalla comunità accademica internazionale, posizionandosi al 69° posto nell’indicatore Academic Reputation; la Sapienza segue al 70° posto; Trenta delle 36 università classificate migliorano in questo indicatore.
Il Politecnico di Milano (137°) è il più apprezzato dairecruiter internazionali, classificandosi 70° per Employer Reputation. Trentadue delle 36 università classificate peggiorano. Fanno eccezione il Politecnico di Torino (308°), che sale di due punti in questo indicatore, ad occupare il 162° posto e l’Università Ca’ Foscari Venezia (751-800) che guadagna 34 posti e ottiene il 438° posto.
L’Università di Milano-Bicocca è la prima in Italia e 115esima al mondo per Citations per Faculty, l’indicatore che misura l’influenza della ricerca prodotta. E’ seguita dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, che si classifica 134esima in questo importante criterio. L’Università San Raffaele è la prima in Italia e la trentasettesima al mondo nell’indicatore Faculty/Student che misura la proporzione tra docenti e studenti. La seconda é l’ Università Cattolica del Sacro Cuore al 490° posto
La Libera Università di Bolzano ha il primato italiano per la proporzione di docenti internazionali (131° posto) eil Politecnico di Milano per la proporzione di studenti internazionali (290° posto).
REP.IT
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