Quand’eravamo più forti dei tedeschi
Ecco perché, nel cinquantesimo anniversario, ci prendiamo l’azzardo di aprire il giornale con un’intervista a Gianni Rivera, l’eroe principale di quella serata. Perché l’Italia di oggi, così sfiduciata, così depressa, così arrabbiata, così pessimista, ha bisogno di qualcosa che ci ricordi quanto e come noi – noi popolo italiano – sappiamo vincere anche le sfide impossibili. I panzer tedeschi, quella notte, ci schiacciarono per centoventi minuti. Avevano i muscoli e la volontà. Ma noi avevamo il genio, perché Gianni Rivera non era un calciatore, era la Classe, per irrevocabile decisione di Eupalla, il dio del calcio secondo Gianni Brera. E poi avevamo il cuore. Perché quando tutto sembrava perduto, “avevamo la certezza di farcela comunque”, come dice Rivera nell’intervista a Massimo Cutò. Ecco, è quella certezza che oggi dobbiamo recuperare per risorgere.
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