Governo (e Merkel), sanità, cultura: ecco perché con il coronavirus la Germania ha fatto meglio di noi (e di quasi tutti)

Ad oggi, la nazione ha avuto più di 184.000 casi di coronavirus confermati, ma solo 8.736 decessi. Per mettere questi dati in prospettiva, New York da sola ha un bilancio di vittime quasi del doppio con un decimo della popolazione tedesca.

Clienti ai tavoli dei ristoranti di Neumarkt davanti alla Frauenkirche di Dresda, 22 maggio 2020. Robert Michael/picture alliance via Getty Images

Diversamente dagli altri paesi europei, tra cui Spagna e Gran Bretagna, la Germania è riuscita a mantenere basso il numero dei decessi con delle misure di isolamento relativamente allentate.

Ognuno dei suoi 16 stati federali ha attuato un proprio insieme di regole di lockdown, con vari gradi di rigore. Ma generalmente, le persone potevano uscire di casa liberamente, purché rispettassero le misure di distanziamento sociale. I governi locali proibivano comunque i raduni pubblici e hanno chiuso scuole, luoghi di lavoro e le attività commerciali non essenziali, continuando però a sottolineare che non si trattava di una “chiusura” totale.

Ora, con la nazione che riapre e la vita che torna lentamente alla normalità, i tedeschi riflettono sul comportamento della nazione davanti alla pandemia.

Il governo ha tutto sotto controllo

“In marzo, è successo tutto molto velocemente, da un giorno all’altro. Ma poi è anche finito tutto molto rapidamente, e adesso stiamo cercando solo di tornare alla normalità”, dice Wenz.

Insieme alla sua famiglia, il trentacinquenne sta riprendendo le vecchie abitudini. Il figlio undicenne è di nuovo a scuola, la moglie va in ufficio tre volte alla settimana, e pochi giorni fa lui si è goduto una visita al museo con i suoceri.

“Sono una persona molto razionale, per cui sono rimasto tranquillo per tutto il tempo, anche se ritengo che a ciò abbia contribuito la sensazione che il governo avesse tutto sotto controllo”, aggiunge.

Un cameriere con maschera protettiva chiacchiera con un cliente in un bar di Berlino il 15 maggio 2020. Kyodo News/Getty Images

Wenz non è l’unico a pensarla così.

Sarah Reitz, consulente aziendale ventinovenne, anche lei attiva nella capitale, dice a Business Insider che il successo del paese si fonda sulla comunicazione chiara e razionale del governo ai cittadini.

“La strategia complessiva era: ‘Queste sono le regole, per piacere rispettatele. Ma prendete anche in considerazione quali sono le vostre esigenze e il fatto che ci sono persone più vulnerabili di voi. Usate il buon senso‘. E l’ho veramente apprezzato, perché non sembrava troppo limitativo, ma al tempo stesso era chiaro”, dice.

Reitz ritiene inoltre che il governo abbia evitato un’epidemia peggiore stabilendo l’isolamento relativamente presto, pur sottolineando che non è un’opinione condivisa da tutti. Il lockdown a livello nazionale è stato decretato il 22 marzo, anche se molti stati, tra cui la Baviera, lo avevano anticipato.

“I governi locali hanno agito indipendentemente. Cosa che in realtà ho trovato molto efficace”, dice Reitz.

Angela Merkel ha visto una ripresa nei sondaggi

Ma anche se gli stati hanno ricevuto grandi riconoscimenti durante la pandemia, molti tedeschi riconoscono l’abilità di governo della cancelliera Angela Merkel.

Georgiana Ci, 28 anni, cittadina berlinese di origini rumene, dice: “Mi sono sentita sicura in Germania. E mi sentivo sicura ogni volta che Merkel parlava in televisione”.

“Pensavo che dicesse cose sensate. Ascoltavo le sue interviste sui media tedeschi, cosa che di solito non farei. E sentivo che se mi fosse successo qualcosa, almeno qualcuno si sarebbe preso cura di me”, aggiunge Ci.

La cancelliera tedesca Angela Merkel durante una conferenza stampa ufficiale il 20 maggio 2020 a Berlino. Omer Messinger-Pool/Getty Images

Durante la crisi, Merkel ha ottenuto riconoscimenti internazionali per il suo equilibrio. Come ex ricercatrice scientifica con un dottorato in chimica quantistica, la cancelliera tedesca è apparsa spesso sugli schermi spiegando le statistiche e perché venivano prese alcune misure, e invocando l’unità nazionale.

Un video in cui descrive le fondamenta scientifiche sottostati alla sua strategia di isolamento durante una conferenza stampa del 16 aprile, ha avuto migliaia di condivisioni sui social media.

Secondo un sondaggio citato da Deutsche Welle, la cancelliera è stata premiata con i maggiori indici di gradimento dal luglio del 2017. Il suo partito, l’Unione cristiano-democratica di Germania (CDU), ha condiviso il successo, con un tasso di approvazione cresciuto del 5% rispetto al mese scorso.

Il sistema sanitario tedesco ha trionfato

Ogni singola persona cui Business Insider si è rivolto ha anche detto di essere rimasta incredibilmente impressionata dal, e riconoscente al, sistema sanitario tedesco. Per molti, è stato il fattore fondamentale per attenuare l’impatto del coronavirus.

Dagmar, massaggiatrice sessantunenne di Hennef, una citta alla periferia di Bonn, dice: “Sono rimasta sorpresa in maniera positiva dal nostro sistema sanitario. È solido e funziona bene. E’ una cosa che i tedeschi riescono a fare molto bene”.

Tamara Goldfarb, 25 anni, studente di medicina che vive a Norimberga, è d’accordo.

“Ritengo che non dovremmo sottovalutare la ricchezza e le risorse della Germania”, dice Goldfarb.

E aggiunge poi che sua madre, che lavora in un ospedale nella vicina Bamberga, non è stata molto impegnata per settimane.

I grandi ospedali statali erano molto preparati. Hanno cancellato migliaia di operazioni, preparato gli spazi per i pazienti affetti da coronavirus e tutto era perfettamente pronto per un’emergenza sanitaria. Ma fino ad ora, non ce n’è stata una”, dice.

Persone trascorrono la Festa del papà sulle rive dell’Elba a Övelgönne, Amburgo, 21 maggio 2020. Bodo Marks/dpa via Getty Images

La spesa sanitaria pro capite tedesca è tra le maggiori al mondo e permette la seconda quantità al mondo di posti in terapia intensiva in Europa, come riportato da Business Insider.

Fin dall’inizio, la nazione ha preso veramente sul serio la minaccia del Covid-19. Quando ha registrato il suo primo caso di coronavirus a febbraio, i suoi laboratori hanno realizzato una scorta di kit per il test, a quanto riportato dal New York Times. Nella stessa settimana è stata formata un’unità di crisi nazionale e i posti di terapia intensiva sono passati da 12.000 a 40.000.

Il 26 aprile, Christian Drosten, il principale epidemiologo tedesco ha detto al Guardian: “I letti di terapia intensiva in Germania sono occupati per metà. Questo perché abbiamo iniziato presto, e su vasta scala, la diagnostica e abbiamo fermato l’epidemia — cioè, abbiamo portato il tasso di riproduzione al di sotto di 1”.

Il rigoroso sistema di analisi tedesco ha raccolto elogi da tutto il mondo. Con una popolazione di circa 83 milioni di persone, la nazione può eseguire fino a un milione di test diagnostici per COVID-19 al giorno.

Ci fidiamo del nostro sistema sanitario. Quindi, se mi sento male, e il dottore mi dice di restare a casa, resto a casa”, dice Goldfarb.

“Quando c’è una regola, i tedeschi la seguono”.

L’opinione della studentessa di medicina riflette una norma culturale ha avuto un ruolo importante anche nel successo della nazione: i tedeschi seguono le regole.

Il vice allenatore dell’Augsburg Tobias Zellner durante un’intervista dopo la partita di calcio della prima serie della Bundesliga del 16 maggio 2020 ad Augusta. Tobias Hase/Pool/Getty Images

Matthias Veith, assicuratore trentunenne di Düsseldorf, dice: “Forse è più una questione culturale, ma qunado c’è una regola, i tedeschi la seguono. Potrebbe sembrare uno stereotipo, ma è vero”.

“Durante il lockdown, ha funzionato. E anche adesso. Quando entri in un negozio, tutti indossano una mascherina e seguono le regole”, aggiunge.

Veith ricorda come, durante il picco della pandemia, la città era deserta anche se le restrizioni del lockdown non erano rigide.

C’è stato un momento in questo atteggiamento era quasi controproducente, perché le persone che avrebbero dovuto andare in ospedale per altri motivi, non lo facevano perché sapevano che la priorità andava ai pazienti affetti da coronavirus”, dice Veith.

Ma con la diminuzione dei casi in Germania, le persone non temono di reintegrarsi in società.

Bettina von Hengstenberg, 72 anni, vive ad Amburgo e dice che anche gli anziani stanno iniziando a socializzare di nuovo, anche se con prudenza.

“Non sono più spaventati di uscire di casa, probabilmente perché i numeri ad Amburgo sono molto bassi. E so che starò bene perché seguo le regole. Ho la mascherina, mantengo le distanze e ho sempre con me il detergente per mani”, dice.

“Per quattro settimane, ho chiesto al mio vicino di fare la spesa per me. Ma dopo quattro settimane, ho indossato la mascherina e mi sono detta: ‘Bene, vado perché non posso più avere paura”, aggiunge von Hengstenberg.

Un cameriere del Park Cafe di Monaco il 18 maggio 2020. Andreas Gebert/Reuters

Ma se c’è una cosa che preoccupa i tedeschi, è l’economia. A metà maggio, il coronavirus ha spinto la Germania in recessione, in seguito alla più grave crisi economica dai tempi della crisi finanziaria del 2008, come riferito dalla BBC.

“L’economia tedesca è sull’orlo della recessione dall’inizio del 2019, ma non può più nasconderla”, ha detto Claus Vistesen, economista capo per l’eurozona presso la Pantheon Macroeconomics. “È entrata in recessione tecnica all’inizio dell’anno, cioè prima della pandemia”.

“Le priorità sono sbagliate”

Ma anche se la maggior parte delle persone con cui Business Insider ha parlato sostengono la riapertura del paese, secondo alcuni si tratta di una scelta prematura che potrebbe provocare una seconda ondata di contagi.

Sebastian Mihãilã, berlinese di 27 anni, dice: “Sono in totale disaccordo con l’apertura dei bar e dei pub. Non mi dà nessun fastidio che cinque persone se ne stiano a chiacchierare sedute in cerchio a 2 metri di distanza nel parco, ma mi infastidisce questo genere di assembramenti davanti a un bar dove oltretutto le persone si ubriacano e nel giro di due ore sono tutte ammassate a ballare e ad abbracciarsi. Non ha senso”, aggiunge.

Un manifestante mascherato mostra dei cartelli durante una protesta contro le restrizioni governative, 23 maggio 2020 a Berlino. Christian Mang/Reuters

Stephan Brunnhuber, contabile ventinovenne di Monaco, è tornato da poco in città dopo aver atteso la fine della pandemia in campagna con i genitori. Lo stato meridionale ha registrato il primo caso di coronavirus nazionale e, diversamente da altre località, ha osservato un isolamento più rigido.

“Mi sembra giusto riaprire, ma per un altro verso mi sembra ancora troppo presto. In Baviera, ad esempio, hanno riaperto i ‘bier garten’ prima dei kindergarten. A volte penso che sia sensato, ma non in questo caso. Le priorità sono sbagliate”, dice.

Anche la ripresa della Bundesliga il 16 maggio, ha provocato un grande dibattito nel paese.

“Altre leghe e campionati sono stati cancellati. Perché loro no? E così rischioso”, dice Brunnhuber.

A fronte di una generale accettazione del lockdown, secondo alcuni tedeschi la nazione ha reagito in maniera esagerata. Nelle ultime settimane, il Paese ha visto un aumento delle proteste anti-lockdown, diventate inaspettatamente l’avanguardia di un movimento globale anti-vaccini.

“Le proteste sono imbarazzanti. Mi fanno arrabbiare perché l’unica cosa che dovevamo fare era avere cura gli uni degli altri. Mi chiedo dove siano le persone normali in questo mondo”, dice Goldfarb, la studentessa di medicina di Norimberga.

Dal picco dell’epidemia, la nazione ha avuto molto tempo per riflettere. E pur essendo stata elogiata per l’efficiente reazione al coronavirus, l’esperienza ha lasciato anche un impatto significativo sulla vita delle persone, che si stanno rendendo sempre più conto che le cose non torneranno alla normalità — almeno per un po’.

Goldfarb riflette: “Penso che questa situazione ci abbia dato una grande occasione per analizzare le nostre vite, per cui credo che le cose cambieranno un po’ e spero che non torneremo semplicemente alla normalità perché vorrebbe dire che non abbiamo imparato niente”.

BUSINESS INSIDER

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