Covid, gli industriali: “Niente ferie, recuperiamo il Pil. Al lavoro in agosto”
di ANTONELLA COPPARI
Roma, 12 giugno 2020 – È giusto o non è giusto lavorare ad agosto per recuperare il tempo perduto durante il lockdown? Gli industriali piemontesi non hanno dubbi: bisogna tenere le fabbriche aperte. “Non possiamo fermare di nuovo l’attività: in questo momento la priorità è il lavoro”, avverte il leader Fabio Ravanelli. Il suo appello fa discutere: favorevole, nell’insieme, il mondo imprenditoriale; non ostili a priori ma convinti che la flessibilità vada contrattata i sindacati.
Confindustria, che non scende esplicitamente in campo, lascia libertà di scelta agli associati: sarebbe indubbiamente un peccato fermarsi se gli ordini ci sono, fanno sapere da viale Astronomia. E del resto, non più tardi di due settimane fa, il presidente Carlo Bonomi aveva sottolineato come fosse necessario rimboccarsi le maniche in ogni settore. Sollecitando Governo e Parlamento a non chiudere per ferie, al pari degli industriali.
Dunque: avanti con le aperture, per far ripartire il Paese. “Se c’è la domanda è giusto continuare a lavorare – spiega Carlo Robiglio, presidente della Piccola industria di Confindustria –. La nostra competitività è stata compromessa dai mesi di chiusura forzata. Abbiamo il dovere di fare il possibile per recuperare qualche settimana di produzione, sia per rilanciare il sistema-paese sia per salvaguardare la tenuta del sistema socio-economico”. Magari contribuendo ad arginare il calo del nostro Pil, cercando anche di recuperare quote di mercato. Ciò non significa che che tutte le imprese siano d’accordo e, soprattutto, che ad agosto troveremo fabbriche e negozi aperti. La decisione, ovviamente, spetta alle singole aziende, in base agli ordini che stanno ricevendo e, naturalmente, ai ritmi di produzione che sono inferiori al passato per rispettare i protocolli di sicurezza.
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