Coronavirus, la cassa integrazione è un miraggio. Mezzo milione di persone a secco
“Oggi sbandierano di aver ultimato i pagamenti della cassa integrazione per 420mila lavoratori: altra bugia. Ci sono un milione di domande presentate ancora inevase”, incalza l’ex sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon. E sulla stessa linea d’accusa si muovono Giorgia Meloni e l’azzurra Anna Maria Bernini: “Fonti come Confindustria Toscana e i consulenti del lavoro hanno totalmente escluso che sia avvenuto il pagamento di tutta la cassa entro il 12”. Solo per la grande distribuzione, del resto, ci sono – secondo più di un consulente – più di 300mila lavoratori che da marzo ancora non prendono la cassa integrazione.
Ma i nodi non riguardano solo la cassa di marzo e aprile. In primo piano anche il problema delle risorse. “Finora sono stati stanziati 21 miliardi e 375 milioni di euro per la cassa – spiega l’ex Ministro Cesare Damiano –. Ma se si vuole coprire il 2020 senza ’buchi’ di tutela, secondo le stime del Centro Studi di Lavoro&Welfare, mancano circa 5 miliardi”. E non è finita. Perché da un lato serve con urgenza il nuovo decreto legge annunciato dalla Catalfo e dal ministro dell’Economia per evitare che da metà giugno e fino a ottobre tantissime imprese non possano utilizzare altre settimane di cassa integrazione. E, dall’altro, come osserva Enzo De Fusco, uno dei più influenti consulenti del lavoro italiani, “le sospensioni che dovranno essere pagate con questa nuova procedura (quella del decreto Rilancio Italia, ndr) riguardano per la maggior parte le assenze tra il 10 maggio e il 15 giugno. La procedura prevede che il lavoro ti sia pagato un acconto del 40% (circa 450 euro) dopo metà luglio, e il saldo (circa 600 euro) a fine agosto primi di settembre. Non mi sembra un risultato significativo”.
QN.NET
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