Renzi dà la scossa: basta paure. “Meno riunioni e più cantieri”

di ANTONELLA COPPARI

Roma, 15 giugno 2020 – Pugno di ferro in guanto di velluto. Felpato nei toni, bellicoso nei contenuti. Come è suo costume, Matteo Renzi non le manda a dire: è ultimativo con i grillini. “Dovranno cedere sul Mes”. Ruvido con Visco: “Buoni consigli da chi non può dare cattivo esempio”. Sarcastico con Di Battista: “Andrebbe aiutato”. E non cela il suo scetticismo sugli Stati Generali: “La richiesta di Mattarella di concretezza è sacrosanta. Ci sono 80 miliardi di euro finanziati col debito: cioè presi a prestito dai nostri figli. Spendiamoli presto e bene dando una mano a chi vuole ripartire, non a chi vive di assistenzialismo”.

Che cosa serve alla kermesse di Conte per essere utile?
“Passare dalle chiacchiere ai fatti. Dobbiamo tagliare le tasse, non limitarci alla cassa integrazione. Dobbiamo sbloccare i cantieri, non moltiplicare le riunioni. Dobbiamo dare speranza, non governare con la paura. Se queste cose finalmente accadranno gli Stati Generali saranno stati utili”.

Se fosse stato all’opposizione, avrebbe partecipato?
“Sì. Quando il premier chiama, si risponde. Comunque credo che dopo gli Stati Generali ci sarà un passaggio parlamentare e allora lì ascolteremo le idee dell’opposizione. Se ci sono, naturalmente”.

L’Europa ci chiede fatti in cambio di soldi.
“L’Europa ha fatto la sua parte. Adesso tocca a noi, non a loro. Anche nell’ultimo libro ho fatto molte proposte, dalla decontribuzione all’emersione del contante. Ma per farle diventare realtà serve la politica italiana, non l’Europa”.

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