Coronavirus, l’infettivologo: attenti ai focolai. “Ma non c’è una seconda ondata”
di ALESSANDRO BELARDETTI
Roma, 15 giugno 2020 – Tre nuovi focolai a Roma e uno a Milano. Siamo nella coda della prima ondata oppure all’inizio della seconda?
“Non è una seconda ondata, siamo sempre dove eravamo a livello epidemiologico – risponde Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all’ospedale di Pisa –: ogni tanto è possibile un rialzo dei contagi. Il virus circola con minore intensità, i contagi sono più bassi e la malattia si documenta meno. Quello del San Raffaele è un focolaio importante, nel filone nelle Rsa. Questo testimonia che il virus circola e, quando ci sono condizioni favorevoli, si moltiplica”.
In Cina temono sia iniziato il secondo boom di contagi con 57 casi, il record da aprile.
“Dobbiamo vigilare sulle situazioni di Sud Corea e Cina. Hanno avuto
l’epidemia prima di noi e prima di noi ne sono usciti. Anche là ci sono
focolai di ripresa, non seconde ondate”.
Se mai arriverà, come potrebbe essere la seconda ondata?
“Non so se ci sarà, nel caso si spera sia meno aggressiva. Dobbiamo
rafforzare i comportamenti: lavare le mani e usare la mascherina nei
luoghi a rischio. Poi avere una risposta territoriale e ospedaliera
migliore: testare e tracciare, ma anche intervenire a domicilio e
risolvere il problema dell’isolamento in famiglia, che diffonde il
contagio”.
Il depotenziamento di Sars-Cov-2 e i nuovi comportamenti attenti degli italiani ci eviteranno la seconda ondata?
“Le misure di distanziamento e le mascherine hanno fatto trasmettere
meno virus: ecco perché le conseguenze sono meno impattanti ora.
Sull’aggressività del virus nutro dubbi”.
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