Coronavirus, Pechino ha paura: crolla il mito «zero contagi», il lockdown si allarga

Ci si chiede se sia l’inizio della temuta seconda ondata o una situazione tutto sommato «normale». Gli scienziati di tutto il mondo sono ormai convinti che il coronavirus non possa essere azzerato, ma che ci si debba convivere in attesa del vaccino. Distanziamento sociale, igiene personale.

A Pechino sono più radicali: vorrebbero zero contagi, vorrebbero cancellare il nemico invisibile per dire alle masse che il Partito-Stato trionfa anche sul fronte sanitario. Oltre a far ripartire il lockdown nella zona dove viene individuato un focolaio, che è una linea di giusto contenimento alla quale ci dovremo probabilmente abituare, le autorità di Pechino aggiungono due misure da fronte interno ispirate al nazionalismo sanitario. Ripetono che ormai il contagio arriva dall’estero: nel mercato sono state trovate tracce di coronavirus nella zona dove si processava il salmone «importato». E secondo le autorità i test preliminari indicano che il genoma di questo virus che circolava nel grande mercato «è di ceppo europeo». Per dare ulteriore soddisfazione ai pechinesi, sono stati censurati e licenziati il vicecapo del distretto Fengtai di Pechino dove sorge il mercato; il segretario di partito del circondario; il general manager di Xinfadi.

CORRIERE.IT

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