Ripartire con i fatti Basta lentezze e ritardi

Che siano centinaia di migliaia o oltre un milione le persone che devono ancora ricevere la cassa integrazione, poco cambia per i lavoratori che aspettano. E non è certo un sistema che funziona quello che ha obbligato di fatto le aziende ad anticipare gli assegni ai propri dipendenti. Dei famosi prestiti da 25 mila euro solo un quarto delle 640 mila domande risultavano accettate al 20 maggio.

L’elenco dei ritardi e delle mancate azioni nei confronti di imprese e cittadini potrebbe continuare a lungo. Ma non è di elenchi delle cose da fare che il Paese ha bisogno. A mancare è la consapevolezza della necessità di atti concreti come richiesto nei giorni scorsi dal presidente Sergio Mattarella.

Sulla carta è meritorio che il governo con gli Stati generali abbia voluto ascoltare le diverse espressioni della società. Ma l’ascolto non può trasformarsi in alibi. O peggio nel tentare di offrire «risposte semplici (di solito semplicistiche) a domande complesse (che) è la deformazione professionale dei politici», come scrive il filoso Ermanno Bencivenga nel suo ultimo libro «Critica della ragione digitale».

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