Lo Stato immobile aiuta solo Carminati

Può funzionare un Paese così messo, nel quale il tempo è una variabile indefinita sia per le questioni giudiziarie sia per quelle economiche? No, e si vede. Si può fare funzionare un Paese così messo? Forse, ma non se in cabina di regia ci sono un comico in pensione (Beppe Grillo), un ex venditore di bibite allo stadio (Luigi Di Maio), e un premier narcisista sbucato dal nulla (Giuseppe Conte). Il quale, ieri l’altro, ci ha informato che lui un’idea per ripartire alla grande ce l’ha, ma la svelerà al popolo non prima di settembre.

Settembre? Ammesso e non concesso che sia vero, che l’idea sia buona – e memori del «Decreto aprile» che è stato varato zoppicante solo a giugno – non penso davvero che imprese e famiglie possano resistere in queste condizioni di totale abbandono per altri tre mesi, e mi auguro che il presidente Mattarella non si renda complice di una simile agonia.

Chiusa la passerella farsa degli Stati generali, il governo ci dica subito che cosa ha intenzione di fare e con quali soldi. Incompetenza e lentezza fanno la fortuna come insegna il caso Carminati di chi si muove nell’anti-Stato. Non la nostra che, se ci sarà dato modo, nello Stato vorremmo continuare a starci.

IL GIORNALE

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