Il ritorno dei turisti stranieri in Italia: nell’ultima settimana +43%

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Il confronto rispetto al 2019 è comunque impietoso: 35 milioni di visitatori e 119 milioni di pernottamenti in meno, persi 23,3 miliardi di euro di spesa turistica in entrata. Però all’estero stanno riacquistando fiducia giorno dopo giorno: lo conferma l’aumento delle richieste e delle prenotazioni fatte via internet ad alberghi, b&b, camping, case-vacanza. Solo nell’ultima settimana, il turismo italiano ha segnato un +43% nelle segnalazioni internazionali.

“L’Italia è un brand credibile. Lo dimostrano i dati e l’intenzione di oltre 300 milioni di persone, che sul web prendono informazioni su una possibile vacanza nel nostro Paese”, spiega Giovanni Bastianelli, direttore dell’Enit. Sempre secondo le proiezioni, nel 2022 si tornerà ai livelli di 3 anni fa. Addirittura un 2% meglio.

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“Arriveranno soprattutto a settembre”

Qualche giorno fa, 12 minuti di diretta Facebook di un turista nordamericano che a Roma gironzolava tra trattorie e negozi di artigianato, ha fatto decine di migliaia di contatti negli Usa. Per Bastianelli “è cambiata la geografia del turismo, ma anche il modo di vivere l’esperienza. L’ordinario diventa straordinario e fornisce senso di sicurezza. E’ importante trasmettere il senso di una rassicurante normalità, e i giovani – ma tutti i cittadini, anche attraverso le condivisioni social – possono contribuire a questo passaparola virtuale. Il verde diventa un hub della sostenibilità, da cui far ripartire anche il turismo in città unendo parchi, avventure negli spazi aperti e cultura”.

Il turismo straniero dovrebbe concentrare gli arrivi nell’ultima parte dell’estate e all’inizio dell’autunno. “Ma non si potranno tirare le somme fino al termine della stagione. Il mondo del turismo si adatta facilmente al cambiamento e all’evoluzione. Venezia (12%) e Firenze (29%) hanno quote piuttosto basse di visitatori domestici – dipendono fortemente dal turismo internazionale – e come tali sono potenzialmente più vulnerabili alla ripresa, a differenza di Torino e Napoli che invece godono anche di un mercato domestico”.

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La fiducia dei turisti russi

Nella prima settimana di giugno, gli arrivi internazionali hanno segnato un -85% dalla Cina e un -82,7% dagli Usa. Ma il segno negativo si è fermato, e in altri paesi la percentuale ha ricominciato a risalire: in particolare rispetto ai voli provenienti dalla Francia (-69.4% ) e in particolare dalla Russia (-67,9%). Nel frattempo le prenotazioni dei voli dall’estero per l’Italia sono salite a 300.000, e la progressione è esemplare: -96,3% a giugno, -86,2% a luglio, -79,2% agosto.

Il boom della Liguria

Ci sono regioni in cui il fenomeno è più evidente. La Liguria, ad esempio. Nel 2019 erano stati circa 7 milioni, i turisti stranieri che aveva soggiornato per almeno una notte in uno dei 1.300 hotel della regione. Erano stati dati per persi, nell’estate del Coronavirus. Invece. Il 20%, e cioè un milione e mezzo di persone, sta prenotando una stanza.

“La maggior parte arriverà dopo Ferragosto, soprattutto a settembre e anche nella prima parte di ottobre. Ma ora qualcuno comincia a scriverci chiedendo la disponibilità già a metà luglio. E’ una bella notizia – finalmente! -, anche perché temevano non sarebbero mai venuti. Se saranno di parola, per noi potrebbero davvero rappresentare una svolta, in questi tempi impossibili”. Parola di Americo Pilati, presidente della Federalberghi ligure. “Non cinesi e neppure statunitensi, sarebbe chiedere troppo: ma gli europei hanno di nuovo fiducia, vogliono tornare sulla costa ligure”. Hanno smesso di cancellare le prenotazioni fatte nell’inverno, e chiedono delle camere per le settimane a venire. “Ho fatto fare una ricerca sul web: il 50% di chi – oggi – ‘clicca’ sui siti degli alberghi liguri per avere informazioni, è straniero. E di quella percentuale, la metà è tedesca. Poi svizzeri, francesi, belgi”. Chiede alla Regione Liguria di non investire solo sul turismo ‘di prossimità’, quello italiano: “Non dimenticate di fare pubblicità anche all’estero: ne vale ancora la pena”.

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