Palamara espulso dall’Anm
Tiene a precisare di non essere l’unico artefice di ogni male della magistratura. Ammette gli errori, ma chiama in causa la categoria. “Non farò il capro espiatorio di un sistema”. Poi l’attacco: “Ognuno aveva qualcosa da chiedere, anche chi oggi si strappa le vesti. Penso ad alcuni componenti del collegio dei probiviri che oggi chiedono la mia espulsione, oppure a quelli che ricoprono ruoli di vertice all’interno del gruppo di Unicost, o addirittura ad alcuni di quelli che siedono nell’attuale Comitato direttivo centrale e che hanno rimosso il ricordo delle loro cene e dei loro incontri con i responsabili Giustizia dei partiti di riferimento”.
È la prima volta che un provvedimento così drastico come l’espulsione viene assunto nei confronti di un ex presidente dell’Anm.
Prima di ogni decisione Luca Poniz, il presidente dell’Anm, aveva fatto riferimento a “una gigantesca questione morale” nel mondo delle toghe.
L’inchiesta della procura di Perugia, che ha terremotato il potere giudiziario nella primavera scorsa – e che continua a far sentire i suoi strascichi – è stata, sostiene il pm milanese che guida il sindacato delle toghe “incalcolabile danno per i magistrati”. E ancora: “Le inammissibili interferenze nell’attività dell’autogoverno non possono essere in alcun modo giustificate”.
Poniz nel suo intervento ha ricordato le parole pronunciate dal presidente della Repubblica e concluso: ”È imprescindibile il rispetto del codice etico”.
Dei fatti emersi dagli atti dell’inchiesta di Perugia ha parlato anche il segretario del sindacato delle toghe, Giuliano Caputo: “Serve un presidio perché queste cose non si verifichino mai più – ha detto intervenendo alla riunione del direttivo – lo sapevamo che c’era qualcosa che non andava, troppe volte ho sentito frasi come ‘questo e’ nostro?‘, C’è stato un rapporto distorto con il potere, e un consenso basato non su idee ma sull’appartenenza”.
Caputo ha anche risposto alle parole di Palamara: “Oggi non abbiamo bisogno di capri espiatori, abbiamo bisogno di riprendere il ragionamento sul retroterra dei comportamenti oggetto di l’incolpazione, di tornare a prendere coscienza della diffusività di comportamenti che dimostrano un modo distorto di formazione del consenso in magistratura non intorno ad idee e valori ma sulla base di interessi strettamente individuali, su impropri rapporti tra consiglieri o esponenti di correnti e magistrati aspiranti ad un incarico”.
Il ‘giudizio’ dell’Anm non è arrivato solo per Palamara. L’ex consigliere Paolo Criscuoli, che si era dimesso dopo l’emersione di alcuni dettagli dell’inchiesta di Perugia, è stato sospeso per 5 anni. Per gli altri ex togati che, con Luca Palamara e i politici Luca Lotti e Cosimo Ferri parteciparono all’incontro all’hotel Champagne in cui si parlò delle nomine dei procuratori di Roma e di Perugia, è stato invece deciso il non luogo a provvedere perché, nel mentre, si sono dimessi dall’Anm. Diversa la posizione di Ferri, che è magistrato in aspettativa.
L’HUFFPOST
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