Venezuela (e non solo), calcoli errati a Ovest
di Paolo Mieli
È assai probabile che il caso dei tre milioni e mezzo in contanti «donati» nel 2010 da Hugo Chávez a Gianroberto Casaleggio finisca presto nel nulla. Il documento che è all’origine della denuncia, pubblicato una settimana fa dal quotidiano spagnolo ABC, è ad ogni evidenza artefatto. La testimonianza a indiretto sostegno dell’accusa dell’ex Cinquestelle Giovanni Favia è poco convincente. L’evocazione di un misterioso colombiano, Alex Saab, che con la modella Camilla Fabri, avrebbe complottato a favore del regime venezuelano non mostra alcun nesso con la vicenda in questione. Resta il fatto che il movimento di Beppe Grillo ha mostrato fin dalle origini grande simpatia per i governanti di Caracas. E da quando è al governo, cioè da due anni, tale inclinazione ha notevolmente inciso sulla politica estera italiana. Ma questo non può indurci in alcun modo a dedurne, per un qualche automatismo, che tale simpatia sia stata compensata con del denaro in una valigetta.
Si può tranquillamente continuare a ritenere che il modo con il quale Nicolás Maduro e altri leader sudamericani postcastristi governano i loro Paesi sia fortemente illiberale senza sentirsi poi vincolati a trarne la conseguenza che chi li sostiene, in patria o nel resto del mondo, sia necessariamente al soldo del regime di Caracas. La comunità italiana in Venezuela è assai ostile a Maduro e con essa buona parte della popolazione.
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