C’è una correlazione fra smog e virus? E con il riscaldamento globale? Le risposte in un libro
di Marco Imarisio
Non ne usciremo migliori, ne stiamo uscendo uguali a prima. Con la stessa capacità di dimenticare in fretta, con l’autoindulgenza sempre pronta all’uso, forse solo più rabbiosi. In quei giorni, che vogliamo immaginare lontani ma sono ancora qui, nella nostra testa, ci chiedevamo cosa sarebbe stato dopo, facevamo promesse su un nuovo rapporto con quello che ci sta intorno, l’ambiente, l’aria, la vegetazione. Sentivamo forte che c’era un legame, tra quello che stava accadendo, il mondo e le nostre vite messe a riposo, la reclusione di ognuno in casa, l’impossibilità di avere contatti fisici, e quello che abbiamo fatto, che abbiamo lasciato accadesse, alla terra che ci ospita.
Non è stata una punizione biblica o una anticipazione dell’apocalisse, come nei momenti più bui è capitato a molti di pensare. Forse è stata solo una conseguenza. Questo è quello che fai, questo è quello che ottieni, uomo, inteso come specie. A ricordarci ciò che non dovremmo mai dimenticare è un libro che esce domani per La nave di Teseo, scritto dalla giornalista scientifica Eliana Liotta e Massimo Clementi, direttore del laboratorio di Virologia del San Raffaele di Milano, dove sono stati isolati il virus della Sars e il coronavirus dell’attuale pandemia.«La rivolta della natura» è un’opera giusta che arriva forse in un momento non favorevole alle sue tesi, e quindi ha anche il merito di navigare contro corrente. Perché credendo di esserne usciti davvero, non abbiamo voglia di trarre conclusioni tanta è la fretta di riappropriarci delle nostre vite, perché abbiamo sempre bisogno di prendercela con qualcuno per le disgrazie e le incertezze future alle quali ci ha esposto Covid-19. Basta fare un giro su un social, uno qualunque, per capire come un’altra frase che all’inizio si sentiva molto, «è la natura che si ribella», da tormentone sia diventata ben presto oggetto di dileggio. Per leggere negazionismi assortiti, sulla «teoria» del riscaldamento globale e le temperature tropicali dell’antartico, che appena finito il panico da pandemia a molti appaiono come fastidiose note a margine.
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