La Ue pronta a bloccare chi proviene dagli Usa: «Ancora troppi contagi»
di Giuseppe Sarcina
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON Frontiere sigillate fino al 31 dicembre prossimo. Donald Trump chiude le frontiere per circa 525 mila persone in cerca di occupazione. Bloccati
anche gli stage, gli scambi di studenti, i ragazzi e le ragazze alla
pari. Quella specie di Erasmus americano che nel 2019 ha offerto
un’opportunità di studio, di ricerca e anche di lavoro a circa 300 mila
giovani provenienti da 200 Paesi. Tra questi anche diverse migliaia di
italiani.
Nello stesso tempo, il New York Times rivela che l’Unione Europea sta mettendo a punto la lista dei Paesi con cui riaprire le frontiere dal primo luglio. Nella bozza attuale viene proibito l’accesso ai viaggiatori provenienti da Stati Uniti, Russia e Brasile. Se confermato, lo stop agli americani sarebbe clamoroso. A Bruxelles, però, guardano soprattutto la curva dei contagi. E in venti Stati Usa, tra cui Texas, California e Florida, l’epidemia si sta espandendo. Probabilmente, come spesso accade quando ci sono di mezzo divieti e chiusure internazionali, c’è ancora spazio per un negoziato tra le parti. Bisognerà capire quanto la mossa di Trump sui visti di lavoro possa condizionare la decisione finale europea.
L’Italia rischia di perdere su tutti e due i fronti. Il blocco europeo cancellerebbe il turismo americano: circa cinque milioni di presenze ogni anno. E la manovra del governo americano avrebbe un impatto pesante per il nostro Paese, come spiega l’ambasciatore italiano a Washington, Armando Varricchio: «In particolare ci preoccupa il divieto per le aziende di trasferire personale negli Stati Uniti. Ho sollevato questo tema al ministero del Tesoro e mi sono fatto portavoce delle tantissime società italiane che vogliono crescere e sviluppare la propria attività negli Usa. E poi, naturalmente, stiamo esaminando le conseguenze sugli scambi culturali, sulle opportunità per i nostri studenti e così via». In realtà l’obiettivo di Trump è tutto di politica interna. Il presidente sta cercando ogni occasione per recuperare terreno nei sondaggi. L’impatto del virus sull’occupazione è uno spunto per riproporre la linea intransigente sull’immigrazione, uno dei temi vincenti nel 2016.
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