Regionali: vado dove si vince

Dovevate vedere la faccia sconsolata di Francesco Boccia, senza più neanche la forza di arrabbiarsi, al termine di una telefonata sulla Puglia: “Questi dei 5 stelle ci dicono ‘cambiate Emiliano e facciamo l’alleanza’, il che non è possibile, per chi poi? È da impazzire, non si capisce con chi parlare di questi: i locali per conto loro, i nazionali per conto loro, poi, dopo che si perde, si pentono”. Stesse parole che Andrea Orlando, impegnato in prima persona in Liguria, ha consegnato a Nicola Zingaretti: “È da impazzire”. Ma questo è un altro discorso.

Torniamo alla Puglia, la nuova Emilia Romagna, dove il centrosinistra non perde dal 2005, quando – corsi e ricorsi – Nichi Vendola sconfisse Raffaele Fitto. Stavolta è a rischio, così a rischio che al Nazareno, altro corso e ricorso, alla fine sperano che si candidi Adriana Poli Bortone, una che odia Fitto, almeno si spacca la destra:

“La verità – dicono nelle stanze del Pd – è che di certo c’è solo la Toscana. De Luca è avanti, ma di questi tempi è tutto a rischio, Emiliano invece è sotto”. A proposito, si è messo avanti col lavoro Vicienzo, teorico delle clientele come Cristo comanda. Qualche giorno fa, Clemente Mastella si è precipitato nello studio di Lorenzo Cesa, vecchi volponi. Mastella è Mastella, sindaco di Benevento, voti personali. Sua moglie Sandra, invece, che lo aspettava sotto l’ufficio, è senatrice di Forza Italia: “Lorenzo, sono venuto a chiederti il simbolo dell’Udc per poi andare a fare l’accordo con De Luca assieme a Ciriaco e Cirino”. Nel senso di De Mita e Pomicino. Vuoi mettere, croce su croce, quel simbolo vale oro. L’altro, cordiale: “Clemente, non se ne parla, quel simbolo è mio, e faccio l’alleanza col centrodestra”.

Il cronista sa che il vero termometro è questo, più attendibile di un sondaggio perché i trasformisti vanno sempre verso il vincitore annunciato. In Puglia sta accadendo l’opposto. Emiliano perde pezzi, pezzi di centrodestra, destra, gente buona per tutte le stagioni che aveva imbarcato la volta scorsa. Il primo ad andarsene è stato Leonardo Di Gioia, che Emiliano aveva nominato assessore regionale all’Agricoltura: da An veniva e a destra torna. Sente il richiamo della foresta anche Napoleone Cera, consigliere regionale, classico macinavoti, figlio d’arte. Il padre, Angelo, è uno storico notabile dell’Udc. I due hanno anche avuto qualche disavventura giudiziaria: finiti ai domiciliari, furono revocati quando Napoleone si dimise dalle commissioni regionali di cui era competente.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.