Coronavirus a Vicenza, il dirigente di Laserjet con 38 di febbre al compleanno e al funerale. Ai medici: «Non mi ricovero»
«Era silenzioso e non ha assaggiato nemmeno la torta, di solito è invece compagnone e mangia anche i tavoli», riferisce un amico, presente quella sera. Il giorno successivo ha così pensato di farsi un tampone all’Ospedale di Noventa vicentina: positivo. L’hanno trasferito all’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove da un mese non vedono contagiati. «Siamo arrivati anche a 150 ricoveri nel periodo più nero», ricorda Giovanni Pavesi,direttore generale della azienda sanitaria berica. Al San Bortolo gli hanno consigliato il ricovero. «Preferisco tornare a casa», si è rifiutato. Dopo tre giorni di insistenze da parte degli operatori e pure del sindaco del suo paese, il ricovero.
Una lunga lista di contatti e potenziali infetti
Dietro di sé ha lasciato una lunga lista di contatti e, dunque, di potenziali infetti. Fra questi, una donna che il 29 giugno si era precipitata all’ospedale padovano di Schiavonia con febbre e uno stato di malessere generale. Si tratta, dicono, di una ragazza che pare lavori in una profumeria della provincia di Rovigo. «Sì, ho avuto contatti con lui», ha riconosciuto imbarazzata. Sono stati dunque ricostruiti anche i suoi spostamenti: Lozzo Atestino, Agugliaro, Veggiano. Siamo nella zona di Vo’ Euganeo, teatro del primo focolaio di coronavirus in Veneto e anche del primo decesso in Italia. Analoghi tracciamenti sono stati fatti naturalmente per gli operai, a Pojana e Orgiano, nel Vicentino, e a Bonavigo, nel Veronese, dove abita l’operaio che primo è andato in trasferta con il dirigente. Anche quest’ultimo ha partecipato a una festa di compleanno dove si sono ritrovate decine di invitati. Scrive in una nota la Regione: «La festa si è svolta all’aperto ma nessuno ha mantenuto le distanze o indossato la mascherina. In totale il paziente è stato a contatto con ventiquattro persone, di cui cinque bambini… Per tutti è stata effettuata l’indagine epidemiologica e predisposto l’isolamento domiciliare fiduciario per quattordici giorni». L’operaio ha poi avuto naturalmente rapporti con i familiari e altri contatti occasionali. Ne hanno contati 37 anche se il numero è da considerare provvisorio. Tutti sottoposti a tampone, il cui esito si conoscerà nei prossimi giorni. «Le indagini sono in progress e i nuovi contatti segnalati verranno sistematicamente posti in isolamento e sottoposti a test». Insomma, il viaggio in Serbia del dirigente della Laserjet e il suo mancato, tempestivo, ricovero, sono costati parecchio a questa terra. Focolai, contagi, quarantene. E anche una certa paura, la stessa che il Veneto sembrava essersi lasciato alle spalle.
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