Confcommercio: “L’Italia con la burocrazia tedesca avrebbe 70 miliardi di Pil in più”
Il risultato – spiega Confcommercio – è che non solo siamo piuttosto distanti dalle migliori posizioni ma, cosa ancora più grave, scendiamo in graduatoria con il passare del tempo. Sui 36 Paesi Ocse, l’Italia tra il 2000 e il 2018 è passata dalla 26esima alla 33esima poosizione, evidenziando dunque un livello della burocrazia “ben lontano dallo standard dei migliori tra le economie avanzate”.
Secondo la Confcommercio, “questo ha probabilmente a che fare anche con i
ritardi del nostro Paese sull’innovazione tecnologica e sul capitale
umano della P.A., con inevitabili ricadute negative sulle performance
della burocrazia e, conseguentemente, con un pesante impatto sulla
crescita”. Sulla base di questo assunto, l’Ufficio studi prova a capire
come sarebbe l’Italia se il suo apparato burocratico fosse ai livelli
più efficienti: se l’Italia avesse, ad esempio, la stessa qualità
dell’amministrazione della Germania, tra il 2009 e il 2018 la crescita
cumulata sarebbe stata del 6,2% invece del 2,3% e il livello del
prodotto lordo sarebbe più elevato di circa 70 miliardi di euro.
Conclude Confcommercio che con una migliore burocrazia si avrebbero, inoltre, evidenti benefici anche per i conti pubblici. Infatti, una maggiore crescita del Pil genererebbe maggiori entrate, minore disavanzo e, dunque, minore debito sia come dimensione dello stock, sia in rapporto al Pil. In conclusione, ci sono ampi margini per migliorare il benessere economico del Paese e questo si può fare con strategie che non richiedono maggiori risorse o ricette fantasiose: una delle più profittevoli e di lungo termine consiste semplicemente nel migliorare la qualità della pubblica amministrazione.
REP.IT
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