Gli italiani ai margini della società dei due terzi
La prima considerazione da fare è che nessun sistema può riprendersi e tanto meno prosperare se un terzo ne rimane fuori. Si pone dunque un grande obiettivo di coesione sociale per l’Italia di domani, e non solo come anelito di giustizia ma come condizione di crescita. La seconda è che l’esclusione è multiforme e di nuovo conio, e la linea divisoria non passa sempre sull’antico confine tra poveri e non poveri. La terza è che questo terzo escluso esprime bisogni e chiede risposte non più burocraticamente registrabili sotto il capitolo dell’«assistenza». Il bonus vacanze e il bonus monopattino sembrano parlare più a un mondo di garantiti, di ceti urbani e di lavoratori dipendenti, così come avvenne con gli ottanta euro di Renzi e la quota cento di Salvini; ma non cambieranno le sorti di una larga fetta di italiani che avevano scommesso su se stessi, che non dipendevano che dal proprio lavoro, e che in molte aree del Paese erano spesso la spina dorsale dell’economia. Del resto, abbiamo già l’esempio del reddito di cittadinanza per concludere che neanche al Sud l’assistenza si è dimostrata efficace volano di riscatto sociale e di ripresa.
Questa gente, questi «terzi» del Paese, hanno bisogno di sviluppo e lavoro, non di prebende di Stato. Di investimenti pubblici che creino un ambiente adatto per la crescita. Di digitalizzazione per non restare fuori dal mondo che verrà, o è già venuto. Di 5G e di treni veloci per non pagare il prezzo di vivere nei piccoli centri. Di un sistema educativo che sta diventando la cenerentola d’Europa e deve recuperare l’anno perso da una intera generazione di studenti. Di un sistema sanitario che offra gli stessi posti letto e la stessa assistenza domiciliare di cui godono i tedeschi o i francesi, o almeno quella degli altri italiani, visto che l’emergenza Covid si conclude con 28 posti letto in terapia intensiva ogni centomila abitanti in Valle D’Aosta contro i 7 e mezzo in Campania (ed è davvero sorprendente che, con tutto quello che è accaduto, si stia ancora a discutere se usare oppure no i soldi già disponibili per rifare ospedali, ambulatori e medicina di base). Il terzo escluso non ha perso solo reddito, ma opportunità. Non va risarcito solo con assistenza, ma con opportunità.
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