Voglio trovare un senso a due bare bianche
di MICHELE BRAMBILLA
Ci sono alcune parole, fra le tante udite ieri ai funerali dei gemellini di Gessate, che colpiscono al cuore. Le prime sono quelle che questa povera mamma ha scritto ai suoi bambini in una lettera che ha fatto leggere da un’amica: “Andrà tutto bene”. Le altre sono il titolo della canzone di Vasco Rossi che è stata fatta sentire e risentire: “Un senso”. Queste parole, “andrà tutto bene” e “un senso”, sono indissolubilmente legate fra di loro. Perché “andrà tutto bene” solo se c’è “un senso”.
Non esistono parole consolatorie, non esistono pacche sulle spalle, non esistono neppure persone che ci stanno vicine, non esistono psicologi e non esistono preti, quando siamo travolti dal dolore. O meglio esistono, ma non bastano. Ci vuole un senso, ci vuole un destino buono, ci vuole qualcosa che non passi. Il testo di Vasco può sembrare un grido disperato perché ripete, ossessivamente, che “un senso” non c’è. Questa sera non ha un senso, questa storia non ha un senso, questa voglia non ha un senso, questa vita non ha un senso.
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