Casaleggio da Conte per stoppare le alleanze alle regionali

La sera prima dell’incontro con Conte, l’Erede ha cenato in un locale di Testaccio con i pochi fedelissimi che gli rimangano, Alessandro Di Battista, Enrica Sabatini e Pietro Dettori. Anche qui, ufficialmente, si è parlato dell’associazione Rousseau e dell’evento web “Villaggio Rousseau” in programma il 25 e 26 luglio. Ma nella tavolata, insieme a due birre e alle pizze, ha dominato lo sfogo di Di Battista, come raccontano alcuni parlamentari che in questi giorni stanno parlando con l’ex deputato super combat e molto preoccupato della “deriva governista di M5s”. Dibba si è lamentato: “Conte si sta facendo la sua partita, che non è quella del Movimento. Alle elezioni regionali non possiamo andare con il Pd. Significherebbe negare tutta la nostra storia, i territori si rivoltano contro di noi. Conte non può decidere tutto quello che ci riguarda”.

Casaleggio si fida di Di Battista. Teme che Conte voglia indebolire il Movimento. Non si fida più e a tavola si è parlato delle regionali come dell’ultima trincea in cui si decide la sopravvivenza della creatura inventata da Casaleggio senior e da Grillo. In M5s e nella Casaleggio associati è scattata la sindrome dei “portatori d’acqua” ovvero: non possiamo più lavorare solo per la gloria del premier. Per questo Davide Casaleggio si è recato a palazzo Chigi anche per illustrare il piano delle origini grilline, che andrebbe seguito. Perché erano questi i patti secondo i quali Conte è stato scelto da M5s come premier. L’ala Dibba-Casaleggio si sente tradita e vorrebbe fare paura a Conte. Ma l’ala ministeriale stellata non è disposta ad accettare quelli che definisce “veri e propri ricatti”.

L’HUFFPOST

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