Salvini provoca gli eredi del Pci: “Noi e Berlinguer, stessi valori”
E infatti, al netto dell’impossibilità di assimilare i valori di Salvini a quelli di Berlinguer, è vero che risultati elettorali e ricerche sul voto delle diverse classi sociali danno in larga parte ragione alla provocazione del capo della Lega. Nelle ultime elezioni il Carroccio ha fatto il pieno in molti quartieri popolari di quelle che per mezzo secolo sono state inossidabili zone “rosse”. Arrivando a conquistare innumerevoli roccaforti un tempo inespugnabili: a partire dalla operaia Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia, dove governa un sindaco leghista.
La ricerca Itanes che dopo ogni elezione produce la più precisa radiografia sulle motivazioni degli elettori (undicimila persone, interpellate prima e dopo le elezioni) ha dimostrato che il Pd – erede sia pur non esclusivo del Pci – ha mantenuto un primato nella “generazione 1968 “ ed rimasto il partito dei “garantiti”. Ma abbandonato dagli operai “comuni” e anche da quelli “qualificati “: appena il 12,6% di loro ha appoggiato il partito democratico.
E la classe sociale per la quale la moderna sinistra è nata, gli operai, nel 2018 ha appoggiato massicciamente i due partiti populisti, 5 Stelle e Lega, ai quali erano andati oltre il 65% dei voti di quella fascia sociale. Ma non basta. Interessante un’altra ricerca, stavolta curata dalla Ipsos, concentrata sulla Cgil, da oltre un secolo il sindacato della sinistra. In questo caso la ricerca si è concentrata sulle Europee 2019: nel segreto dell’urna il 18,5% degli iscritti ha votato per la Lega, con un gradimento per Matteo Salvini che ha toccato il 44%. Con un travaso dai grillini alla Lega rispetto alle ultime politiche. La provocazione di Salvini, più o meno riuscita, era indirizzata a loro.
LA STAMPA
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