Tutto fermo. Così il governo va avanti

Il dato di fatto che emerge, insomma, è che solo la spinta esterna o, come si dice, il vincolo esterno può “costringere” il premier Giuseppe Conte e il suo governo ad assumere qualche minima decisione. Prendiamo il caso di Autostrade: è solo la sentenza della Corte costituzionale che ha fatto riaprire la pratica. Come solo interventi della magistratura faranno mettere in agenda la chiusura del capitolo Ilva o la soluzione del disastro infrastrutturale della Liguria. E la stessa cosa accadrà per la partita, ancora più rilevante, del Mes e dell’utilizzo delle risorse europee del Recovery Fund: perché, detto per inciso, il Piano nazionale delle riforme firmato Conte-Gualtieri è il classico libro dei sogni neanche originale, mentre il Rapporto Colao e il sunto degli Stati generali sono materiale per gli archivi.

Il punto è che, di questo passo, con le non decisioni e con la paralisi delle scelte andiamo a sbattere contro l’iceberg della rabbia e della disperazione di larghissimi strati della popolazione impoveriti dall’emergenza Coronavirus e dai suoi effetti. A dare l’avviso, del resto, è lo stesso ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Ma, almeno per il momento, non si scorge nessuna inversione di rotta: il Titanic Italia viaggia sicuro verso quell’iceberg.

QN.NET

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