Santa Sofia, la basilica torna a essere una moschea
Istanbul, 10 luglio 2020 – La basilica di Santa Sofia, a Istanbul, smette di essere un museo. Dopo 85 anni, Recep Tayyip Erdogan realizza il sogno dell’islam politico in Turchia: il presidente turco ha annunciato la riapertura ufficiale di Santa Sofia come moschea. Nel decreto, firmato da Erdogan e diffuso sul suo profilo Twitter, si legge: “E’ stato deciso che Santa Sofia sarà posta sotto l’amministrazione della Diyanet (l’autorità statale per gli affari religiosi, che gestisce le 80 mila moschee turche, ndr.) e sarà riaperta alla preghiera” islamica. La decisione è già stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.
Preghiera islamica il 24 luglio
La prima preghiera islamica a Santa Sofia si terrà il 24 luglio, ha annunciato Erdogan, affermando che occorreranno dei giorni per allestire l’ex museo ad accogliere i fedeli musulmani. “Se Dio vorrà ci uniremo tutti insieme qui in preghiera il 24 luglio e la apriremo (Santa Sofia, ndr) alle preghiere”, ha detto il presidente turco in un messaggio televisivo, spiegando che potrebbero essere necessari fino a sei mesi per riconvertire del tutto l’ex simbolo cristiano. La riconversione di Santa Sofia in moschea è “un diritto sovrano” della Turchia che “tutti devono rispettare – ha detto Erdogan – Santa Sofia con il suo nuovo volto abbraccerà tutti, perché si tratta di un patrimonio di tutta l’umanità”.
In po’ di storia
Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta avanzata da numerose associazioni annullando la decisione del 1934 con cui Hagia Sophia veniva dichiarata museo. Santa Sofia fu basilica cristiana fino alla conquista ottomana (537-1453), e successivamente venne trasformata in moschea, fino al 1934, quando divenne un museo con un decreto del Consiglio dei Ministri del governo di Kemal Ataturk, sotto la moderna Repubblica di Turchia.
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