Caso Autostrade, l’offerta di Atlantia al governo: 3,4 miliardi di indennizzi | Benetton pronti a scendere sotto il 50%, M5s: “Non basta”
Benetton pronti a scendere sotto il 50%? – Negli
ultimi giorni sarebbe emerso come mantenere il controllo di Aspi non sia
più una pregiudiziale per i Benetton che starebbero trattando le
condizioni del disimpegno che il Movimento 5 Stelle vorrebbe totale.
L’apertura a scendere sotto il 50% per fare posto a un investitore
sostenuto dallo Stato, Cdp o il fondo F2i, non è più un tabù e fra le
ipotesi c’è anche quella di una discesa sotto il 30%, ipotizzando un
aumento di capitale che consentirebbe di diluire le quote di Atlantia –
che oggi detiene l’88% – e di conseguenza dei Benetton, che di Atlantia
sono azionisti di riferimento con il 30%. La società è ovviamente
interessata a trovare un compromesso che salvaguardi Aspi, consapevole
che l’alternativa della revoca oramai non è impossibile nemmeno nell’ala
più moderata della maggioranza di governo. Certo resta il nodo del
prezzo e, per la holding, uno dei temi cruciali resta quello di
sterilizzare o superare le norme del decreto Milleproroghe, che hanno
aperto la strada alla ipotesi di revoca e sono di conseguenza costate ad
Aspi il rating junk, che non permette più alla concessionaria
autostradale di finanziarsi sul mercato.
Il M5s chiede l’uscita dei Benetton – “Io sono per la revoca” della concessione ad Aspi “con un piano preciso che riesca a supportarne la gestione”, è la posizione del presidente della Camera Roberto Fico, esponente di rilievo del M5S da sempre più ostile al mantenimento della concessione nelle mani della società del gruppo Benetton. “Mi interessa però affermare un principio dopo la tragedia del ponte Morandi: è finito il tempo in cui può succedere un disastro e chi ha la concessione di un bene pubblico pensa di farla franca, perché si sente proprietario di quel bene. I beni pubblici vengono affidati, chi sbaglia, va via”. Più sfumati i toni di Italia Viva: attenzione ai rischi della revoca della concessione ad Aspi, dai lavoratori alla gestione al risarcimento, afferma Luigi Marattin. “Da parlamentare e da cittadino – afferma – vorrei però sapere chi da martedì subentra nella gestione delle autostrade e con quali risorse, che fine fanno i lavoratori di Aspi e che valutazione di rischio è stata fatta sul risarcimento plurimiliardario che dovrebbe essere versato ai Benetton, dalle tasche dei contribuenti, in caso di azione temeraria”.
Chi potrebbe subentrare – La partita è molto complessa. Anche il fondo australiano Macquarie sarebbe interessato a giocare un ruolo, anche di primo piano. Il cda di Aspi, ha preparato l’offerta ma con l’obiettivo di non farsi travolgere dagli eventi. L’altro obiettivo è quello di trovare un punto di caduta tra investimenti, tariffe e penali per fare in modo che l’azienda mantenga un suo equilibrio economico, finanziario e patrimoniale.
TGCOM
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