Non esistono soldi europei a fondo perduto
Alberto Quadrio Curzio Economista, presidente emerito Accademia dei Lincei
La cancelliera Angela Merkel ha iniziato il suo semestre di Presidenza del Consiglio europeo con l’impronta di una statista consapevole che la Ue e l’Eurozona si trovano di fronte non solo agli effetti della crisi da Covid 19, ma anche a un cambiamento epocale dove l’Europa deve operare per la propria comunità, ma anche per la propria credibilità.
Per un’Europa più comunitaria
Questa è anche la base su cui il binomio Merkel-Macron sta strettamente collaborando come hanno dimostrato gli incontri di fine maggio e di fine giugno che sono poi stati affiancati dal Programma della Von del Leyen. Il Consiglio europeo dei capi di stato o di governo che si terrà il 17 e il 18 luglio a Bruxelles dovrebbe consolidare una traiettoria della Ue e dell’area euro con una più forte impronta comunitaria. Che poi questo porti a uno sviluppo sostenibile dell’Europa nel lungo termine non è detto. Credo però che l’impronta della Germania sulla ricostruzione europea sarà forte e benefica. Ciò significherà anche un impegno serio di tutti i Paesi membri perché il rigore tedesco si farà sentire su un paradigma che credo si possa tradurre così. I contributi europei non saranno mai dati “a fondo perduto”, espressione per me molto rischiosa, ma “a fondo investito” o più debolmente come “sussidi”. Il che comporta almeno quattro caratteristiche: progettazione, esecuzione, risultato, verifica. Quindi per vari paesi, Italia compresa, riforme rapide, efficaci e durevoli.
Investimenti comunitari e riforme nazionali
La cancelliera al Parlamento europeo ha detto che per trovare la risposta giusta alla crisi post pandemia ci vogliono strumenti affidabili connessi al piano finanziario poliennale, ma che i finanziamenti per la ricostruzione non vanno investiti per “ritornare dove eravamo prima, ma per andare verso il futuro”. Questa valutazione è stata collocata dalla cancelliera in uno snodo ideale con l’affermazione per cui l’Europa “può uscire più forte dalla crisi se rafforzeremo il nostro senso di comunità”, perché questo “è un investimento che darà vantaggi a tutti”. Sono ideali che vanno però connessi a progettualità e responsabilità. Su questo la cancelliera è stata chiara nell’incontro con Macron del 29 giugno affermando che i fondi anti-crisi e per il rilancio vanno connessi anche a riforme interne dei singoli Stati membri.
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