Coronavirus, obbligo di mascherina e discoteche chiuse: le nuove misure decise dal governo fino al 31 luglio

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Coronavirus, obbligo di mascherina e discoteche chiuse: le nuove misure decise dal governo fino al 31 luglio

Obbligo di mascherina nei luoghi chiusi, ma anche dove non è possibile garantire il distanziamento, almeno fino al 31 luglio. Parte da qui, dalla necessità di proteggersi ancora dal possibile contagio da coronavirus, il Dpcm (decreto del presidente del Consiglio) che entrerà in vigore martedì 14 luglio. La curva epidemica non consente – questa la convinzione del ministro della Salute Roberto Speranza condivisa dal premier Giuseppe Conte – allentamenti, come era stato programmato nel provvedimento attualmente in vigore. La scelta è invece stringere proprio su quelle misure che secondo gli scienziati hanno consentito soprattutto nelle ultime settimane di contenere la diffusione del Covid-19. Ecco perché nei colloqui di queste ore con i governatori il titolare degli Affari regionali Francesco Boccia ha chiesto di non discostarsi dalla linea di prudenza che si basa sui tre “pilastri” ormai divenuti un’abitudine per i cittadini: mascherina, un metro di spazio tra le persone, igiene frequente delle mani. L’appello che Speranza farà in Parlamento sarà rivolto soprattutto ai giovani e a chi si accalca sulle spiagge o nei quartieri della movida: «Se continueremo a rispettare le regole di base, riusciremo a non vanificare quanto fatto finora. Sono sacrifici minori, ma sono i più importanti».

Negozi, uffici, cinema e musei

Capita spesso di vedere persone che hanno la mascherina sotto il mento oppure attaccata all’orecchio. E invece nel nuovo provvedimento sarà ribadito che per entrare negli uffici pubblici, nei negozi e nei centri commerciali deve essere indossata correttamente. L’obbligo continuerà a valere anche al ristorante quando ci si alza per andare alla cassa oppure al bagno, quando si entra nelle palestre prima di cominciare l’allenamento, dal parrucchiere o nei centri estetici, negli ambulatori pubblici o privati, nelle strutture sanitarie. Rimane l’imposizione pure per musei, cinema, teatri. E ancora su treni, autobus, metropolitane.

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