Merkel: «Ancora divergenze, ma penso che avremo un accordo sul Recovery Fund»
Un’ora di colloquio: tanto è durato il vertice Conte–Merkel, nel castello di Meseberg, in Germania, durante il quale si è parlato di Recovery Fund e delle conseguenze della pandemia da Covid19. L’obiettivo è lo stesso, una riposta «forte» e in tempi brevi dell’Europa alla crisi post coronavirus, ma le strade per raggiungerlo sembrano ancora distanti. In quell’ora di colloquio, il premier Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel si sono trovati in sintonia sulla necessità di non ridimensionare il bazooka europeo, ma non sono riusciti a sciogliere uno dei nodi più difficili del Recovery Fund, quello delle condizionalità. E, almeno in conferenza stampa, la cancelliera che guida l’Europa nel suo semestre più difficile e il premier che rappresenta il Paese europeo più colpito dal Covid, non hanno arretrato di un millimetro.
La conferenza stampa
Conte: «Serve risposta Ue forte e coordinata»
Introdurre condizionalità impraticabili per l’utilizzo delle risorse del Next Generation Eu, ha detto Conte
senza mezzi termini, «sarebbe una follia» perché comprometterebbe
«l’efficacia» del progetto e «ostacolerebbe la ripresa europea». Al
centro del dibattito c’è la proposta del presidente del Consiglio Ue Charles Michel che dà ai 27, a maggioranza qualificata, l’ultima parola sulla valutazione della Commissione europea per gli stanziamenti.
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