“Se l’Italia diventa il Venezuela, chi investirà?”. Intervista a Giovanni Tria
“La comunità internazionale avverte ormai il rischio legale di fare investimenti in Italia”. L’ex ministro dell’Economia, Giovanni Tria fa suonare l’allarme rosso sulla gestione del dossier Autostrade da parte del Governo. E mentre tutti festeggiano e cantano vittoria per la soluzione trovata in Cdm, lancia l’altolà sul pericolo che nel nostro Paese ci sia una “gestione venezuelana” dell’economia e che si facciano annunci troppo prematuri su questioni che hanno una risonanza difficilmente controllabile, con ripercussioni anche sulle tasche dei risparmiatori e dei contribuenti.
Professor Tria, come giudica la soluzione trovata sul dossier Autostrade?
Quello che vedo, ed è preoccupante, è il modo in cui si sta procedendo in questo accordo. Il titolo Atlantia vola oltre il 20 per cento, mentre l’altro giorno era crollato del 15%. Lei si immagina cosa vuol dire questo sui mercati? Stiamo parlando di società quotate, sono cose che lasciano perplessi. Una volta si muovevano controllori per valutazioni di responsabilità di queste oscillazioni di mercato.
Si riferisce alle recenti dichiarazioni di Conte contro la famiglia Benetton?
Interventi della politica, che addirittura parla degli azionisti, mi pare siano fuori dalla normalità. Credo che ci sia un problema di sistema. Poi su quale sarà la soluzione futura, siccome stiamo parlando di società quotate, Atlantia nel caso specifico, le responsabilità sono delle società. Gli azionisti si nominano solo se ci sono profili penali. Qui c’è un problema di reputazione italiana per gli investitori internazionali e ne usciremo certamente danneggiati, al di là di quello che accadrà ad Autostrade.
Ci spieghi meglio, non dovevano essere tirati in ballo i Benetton?
Se c’è una società che risponde dei danni fatti, cioè Autostrade, c’è la magistratura che può accertare se ci siano effettivamente queste responsabilità e ancora non è stato accertato niente da questo punto di vista, quindi non è che la politica può ordinare, in modo diretto o indiretto, se una società può avere un azionista piuttosto che un altro. Poi io con i Benetton non ho nulla a che fare e non mi interessa questo, ma noto il modo anomalo con cui questa vicenda è stata gestita, tanto che ha fatto oscillare i mercati, forse facendo anche guadagnare qualcuno. Ci sono perplessità espresse anche da vari fondi internazionali sul modo in cui è stata condotta la vicenda.
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