Concorso docenti, il grande business dei crediti: migliaia di euro alle università private
«Ho cercato informazioni e risorse negli atenei pubblici all’inizio»,
racconta Davide: «La possibilità c’è, ma non con i tempi necessari a chi
come me vuole partecipare al concorso 2020 e si è mosso dopo l’annuncio
di febbraio: gli appelli delle università statali, che chiedono, penso
giustamente, la partecipazione seppur in remoto a molte ore di studio,
mi avrebbero fatto andare oltre la data del bando ministeriale». Allora
ha cercato risposte fra gli atenei privati, dove invece i tempi tecnici sembrano esserci, eccome.
In pochi minuti è stato travolto da una valanga di offerte, annunci,
pacchetti di test a crocette e Iban per i versamenti dentro cui sono
entrati in questi mesi migliaia di aspiranti professori. Basta cercare
una volta informazioni a riguardo online per venire inseguiti dai
cookies di messaggi sponsorizzati per i crediti a click. «Quand’ho
chiamato l’ateneo telematico che avevo scelto i servizi di segreteria
sono stati subito disponibili», conclude Davide: «Mi sono iscritto a
fine maggio e continuavo a chiedere: ma ce la faccio con i tempi? Siete
sicuri? E loro: ma sì non ti preoccupare! Figurati! Poi ho capito
perché».
Perché i 24 crediti che dovrebbero servire a garantire competenze
pedagogiche ai futuri professori italiani sono diventati moneta che
corre: beni da garantire con sempre nuovi appelli, nuove risorse, così
da rispondere al bisogno dei “clienti” creati dalla legge del 2017,
ovvero i laureati magistrali che devono completare in fretta il
curriculum per accedere alle prove statali. Le aspettative, e le attese, sono ai massimi.
I due concorsi previsti per dopo l’estate sono la riapertura di un
accesso diretto all’insegnamento che era chiuso da tempo. Le procedure
saranno due, distinte: un bando straordinario da 32mila posti
per chi ha già tre anni di servizio dietro la cattedra; e un bando
“ordinario” da 25mila posti aperto anche a chi non ha mai insegnato
prima, purché in possesso di una laurea magistrale con le
competenze previste per le diverse materie, e i famosi 24 crediti nelle
discipline sociali, psicologiche e pedagogiche.
Il concorso è pianificato a livello nazionale ma organizzato su base
regionale, per far fronte ai buchi in organico che le scuole secondarie
hanno presentato agli uffici scolastici. Ci si può iscrivere fino al 31
luglio, presentando domanda per accedere alle prove di pre-selezione che
sbarreranno in parte l’ingresso al concorso vero e proprio. A Roma gli
uffici si aspettano di essere sommersi di richieste. In molti ricordano,
per dare delle proporzioni, il bando per “direttori dei servizi
generali e amministrativi” nelle scuole indetto l’anno scorso: duemila
posti. E 100mila partecipanti. Le iscrizioni saranno, insomma, centinaia di migliaia.
Anche perché l’anno scorso il paese era sì in pre-stagnazione
economica. Ma non c’era ancora stata la doppia crisi causata dal Covid.
«Che ti devo dire? È ovvio che ho provo. Ho 45 anni, un’abilitazione in psicologia con laurea vecchio ordinamento, due meravigliose bambine e una carriera come responsabile delle relazioni pubbliche. Di eventi. Che il Covid ha spazzato via. Che faccio? Ci provo». Patrizia ha saputo del concorso dai social. «In tanti, mie colleghe come ingegneri disoccupati, hanno iniziato a scambiarsi informazioni», racconta: «Ci aiutiamo a vicenda per raccapezzarci fra le normative e i pagamenti». Patrizia di soldi ne ha dovuti versare parecchi. Il suo percorso di studi le garantiva già i famosi 24 crediti, ma le mancavano dei punti invece su altre materie. Ha dovuto così investire per dare degli esami singoli. Ha scelto Pegaso, una delle principali università telematiche d’Italia. Per tre materie ha speso circa mille euro, più 120 di iscrizione all’ateneo, 150 euro per prenotare un posto nella sede (virtuale, vista la pandemia) d’appello, e altri 50 euro per il certificato di conseguimento degli esami, da inviare al ministero con la domanda. In tutto quasi 1500 euro. Le cifre corrispondono a quelle indicate sul sito ufficiale dell’università, dove per gli esami singoli, si spiega, ogni credito vale 50 euro.
«Sono stati assolutamente efficienti, non c’è che dire», ricorda Patrizia rispetto alle procedure. La prima università telematica è arrivata in Italia nel 2004. Da subito il settore si è esteso e oggi ne esistono 11. Le più note sono Pegaso e E-Campus. L’anno scorso il fondo d’investimento CVC Capital Partners ha rilevato il 50 per cento della holding di Pegaso, Multiversity, presieduta da Danilo Iervolino. Multiversity nel 2018 registrava 5,3 milioni di fatturato, royalties versate da UniPegaso e da “Certipass”, un ente di certificazione delle competenze digitali (molto richieste da aziende e amministrazioni pubbliche), che è un’altra partecipata della società. Multiversity controlla la Università Telematica Pegaso S.p.a, che a sua volta ha come «unica fonte di proventi», spiega il bilancio, l’Ateneo vero e proprio. La S.p.a ha con l’ente formativo un contratto di «promozione e sostenimento» che le ha portato introiti finanziari pari a 56,5 milioni di euro nel 2018.
UniPegaso non ha voluto rispondere alle domande dell’Espresso sulle sue offerte relative ai 24 crediti. Le proposte per gli aspiranti docenti sono comunque rinvenibili sul sito: il pacchetto costa 500 euro. Si trova online anche la notizia della convenzione attivata dall’ateneo con “Eurosofia” e con il sindacato degli insegnanti Anief proprio per acquisire i crediti necessari all’abilitazione «senza stress, studiando attraverso una piattaforma e-learning, intuitiva, di semplice fruizione e avendo a disposizione i materiali didattici 24 ore su 24». L’altra principale università telematica italiana, E-Campus, fondata a Novedrate, in provincia di Como, guidata oggi da Enzo Siviero e dall’ex direttore generale della Rai Lorenza Lei, ha risposto invece alle domande dell’Espresso.
Ha confermato che negli ultimi mesi l’ateneo digitale ha visto un aumento vorticoso delle richieste per i pacchetti a tema didattico-sociale in vista dell’abilitazione. Nell’ultimo anno, spiegano, hanno avuto 45mila iscritti solo per i 24 crediti, proposti anche da loro a 500 euro per quattro esami. «Visto il grande incremento di iscritti», raccontano: «abbiamo dovuto inserire numerosi appelli straordinari rispetto agli ordinari, inizialmente previsti e legati alle edizioni di lezioni presenziali». In media, scrivono, gli studenti terminano il percorso in tre mesi. A E-Campus sono convenzionati, concludono, 130 enti. Uno di questi è il titolare del sito web “Formadocenti” o “Eiform”, molto attivo in rete, dove si trovano due indirizzi fisici di riferimento: uno a Roma e uno a Milano. Entrambi corrispondono a business center che fra le altre cose offrono servizi di domiciliazione legale. Il codice fiscale invece rimanda all’associazione “Culturalmente” di Siderno, Reggio Calabria. Alla mail con le domande per questo articolo “Formadocenti” ha risposto con un form preimpostato di informazioni su come ottenere i 24 crediti, dove spiegano per esempio, le modalità d’esame – quello telematico avviene con 5 domande a risposta multipla, selezionate dal «set domande che si studia sulla piattaforma» – e dove ricordano che «gli esami per ogni materia possono essere svolti in unico giorno». L’ultima sessione è il 28 luglio. Nemmeno tre giorni prima della chiusura delle iscrizioni per il concorso docenti. Bisogna correre. Chiara scrive su Facebook: «Ciao! Oggi anch’io ho effettuato l’orale per i 24 cfu. Professore gentilissimo e puntuale, mi ha chiesto soltanto di approfondire una sola domanda dello scritto, in quanto avevo risposto a tutte le domande bene e poi mi ha confermato i voti. Il tutto terminato in 2 minuti. Tutto molto tranquillo!». Chiara ha sostenuto i crediti per l’abilitazione attraverso “Mnemosine”, un’agenzia convenzionata invece all’università per stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria. Mnemosine spiega che gli esami, orali, avvengono su “Google Meet”, e che ogni credito corrisponde a sei ore di lezione.
Le offerte sono tante, insomma. Districarsi sembra difficile. Ma si può sempre usare il “comparatore di crediti” (esiste veramente) all’indirizzo web 24-cfu.it. È gestito dalla Dribe Srl, sede a San Marino, una specializzazione nella formazione docenti. Che a quanto pare è diventata un business redditizio
L’ESPRESSO
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