Mark Rutte nel ruolo del Grande Cattivo: la metamorfosi dell’ex alleato di Angela
Cosa rende il premier olandese così forte e sicuro di sé? Un aspetto forse è stato trascurato. Al potere da dieci anni, Rutte è dopo Angela Merkel il capo di governo più longevo dell’Eurozona. Questo gli dà conoscenza dei meccanismi e autorevolezza.
C’è stato un tempo in cui Merkel e Rutte viaggiavano in piena sintonia. Entrambi alla guida di Paesi storicamente legati al rigore dei conti in ordine, contrari a ogni ipotesi di comunitarizzazione del debito in Europa, intuitivamente diffidenti verso le «azzurre lontananze» dei Paesi mediterranei. Nei negoziati europei, si diceva sempre che l’Olanda costituisse la linea avanzata della diplomazia tedesca, con quest’ultima pronta a piazzare il compromesso vincente. Ma poi è successa una cosa, anzi due.
La prima è stata la Brexit, che ha lasciato scoperta l’Olanda sul fronte del mercato unico, del libero commercio e del freno a ogni ipotesi di maggiore integrazione. L’Aja, da sempre quinta colonna euroscettica, non si è potuta più nascondere dietro il Regno Unito ed ha assunto la leadership di fatto prima della nuova «Lega Anseatica» e ora dei «Frugal Four».
Ma soprattutto c’è stata la pandemia. Alla quale, complici le rispettive parabole politiche ma non solo, Rutte e Merkel hanno reagito in modo totalmente opposto. Ormai entrata nel lungo addio al potere, decisa a guadagnarsi il suo posto nella Storia, la cancelliera ha usato il capitale politico guadagnato con l’ottima gestione della crisi del coronavirus per fare il grande passo, convinta che la solidarietà finanziaria sia allo stesso tempo un dovere europeo e un atto di interesse nazionale tedesco.
Rutte, anche lui in grande spolvero nei sondaggi, ha invece preso atto della sua situazione. Guida una coalizione fragile, senza una maggioranza, sente sul collo il fiato di un Parlamento che lo attende al varco e in più a marzo 2021 in Olanda si vota. Pressato dal suo Salvini, Geert Wilders, ogni cedimento, anche il più piccolo, potrebbe costargli la premiership. A pensarci, è la stessa logica che mosse Merkel al tempo della crisi del 2010.
Rimarrà Mark Rutte nel ruolo del «cattivo»? O tornerà alla flessibilità, che in dieci anni in Olanda lo ha portato ad allearsi con tutti, dalla sinistra moderata all’estrema destra? In fondo, è questo il rovello dell’Europa.
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