Giulia Maria Crespi, se ne va un patrimonio culturale italiano

Giulia Maria Mozzoni
Giulia Maria Mozzoni Crespi

Quando Giulia Maria Crespi era piccola, c’erano i grandi – sua madre, suo padre e i loro amici – e poi c’era la Nanny, la bambinaia, “quella carismatica e amata guardiana alta e secca come il manico di scopa, con i lunghi capelli rossi avvolti attorno al capo”. Con lei e le sue fiabe, i giochi, il cibo e le parole in inglese, “c’era la vita vera”, quella spensierata ed indimenticabile che ricorda con gran piacere ancora oggi. C’era il ballo classico, c’erano i viaggi culturali e il bel mondo dell’epoca, ma sin da piccola era chiaro che sarebbe venuta su “irruenta, libera, allegra e con un preciso senso di cosa sia l’ingiustizia”.

Quando era in vacanza con i suoi a Venezia, non aspettava altro che andare al mercato del pesce e quando era in spiaggia all’Excelsior, invece che perdersi tra i pettegolezzi salottieri, era affascinata da persone come l’amica olandese Bibi, che le raccontava i suoi percorsi in bici col sacco in spalla su e giù per il Paese, “un esempio di vita vera”. In quei momenti, quel baroccheggiante hotel affacciato sul mare, le sue amiche vestite Chanel che danzavano sfrenate sulla spiaggia notturna con i cavalieri in smoking, “erano lontanissimi”. Amava avvolgersi di quella “magia popolana” che ritroverà più tardi, anche da adulta. Essere nati ricchi non è – e non può essere – una colpa e non si possono rifiutare i privilegi, “perché alla fine conta solo quello che ne fai”. 

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.