Recovery Fund, i paesi frugali aprono all’accordo: nuova proposta da 390 miliardi per gli aiuti
E al terzo giorno il fronte dei paesi «frugali» cominciò a incrinarsi. E’ quasi l’una della notte tra domenica e lunedì quando il pressing del presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel, e dagli altri leader Ue colpisce nel segno. Il fronte dei Paesi nordici, i cosiddetti «frugali», viene diviso dalla proposta di mantenere il pacchetto di aiuti anticrisi, il Recovery Fund, a 750 miliardi di cui 400 di trasferimenti a fondo perduto e 350 di prestiti.
Recovery fund, il fronte del sì è più forte
Sono d’accordo 22 Paesi mentre Olanda, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia insistono inizialmente a voler ridurre il pacchetto a 700 miliardi: 350 aiuti e 350 prestiti. All’una è la Danimarca la prima a dirsi favorevole alla proposta di Michel. Mezz’ora dopo aprono al dialogo Svezia e Finlandia, sarebbero favorevoli a 375 miliardi. La plenaria viene sospesa nel tentativo di avvicinare le parti. Alle quattro del mattino le distanze sembrano ridursi ma non abbastanza perciò prosegue il negoziato. Alle 5.45 riprende la plenaria ma solo per venire aggiornata a lunedì alle 16 per la quarta giornata di negoziato. Il presidente Michel presenterà una nuova proposta formale entro la ripresa dei lavori fissata che sarà basata su una dotazione di 390 miliardi di euro di sovvenzioni, ma con sconti (rebate) sul bilancio Ue più bassi rispetto alla precedente.
Kurz e Rutte aprono all’accordo su recovery Fund e freno di emergenza
La nuova bozza dell’accordo sempra intanto aver convinto i paesi frugali (chi sono e perché si chiamano così)
«I negoziati non sono ancora finiti, ma possiamo essere molto
soddisfatti di essere riusciti a ottenere una riduzione dell’importo
totale, che era la nostra richiesta principale, un aumento degli sconti
per l’Austria e la garanzia che investimenti e riforme saranno
controllati. È davvero un ottimo risultato», ha detto il cancelliere
austriaco, Sebastian Kurz, dopo la nottata di trattative sul Recovery
Fund e il bilancio al vertice Ue.
Anche il leader dei «frugali», il premier olandese Mark Rutte, parla di un «ottimo testo di bozza» sul meccanismo del super freno d’emergenza, che riguarda la governance del Recovery Fund,
e quindi il tema dell’attuazione dei piani nazionali delle riforme,
«che ritengo stia lentamente guadagnando consenso». Il premier olandese
ha detto di essere «davvero contento, perché questa è stata una
condizione cruciale per noi – ha aggiunto – per essere in grado di
costruire quel bilanciamento» tra prestiti e sovvenzioni.
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