Smart working, passaporto speciale per lavorare in paradiso

Ora anche l’Estonia ha deciso di lanciare una Digital Nomad Visa, un visto che consentirà ai lavoratori on line di vivere e lavorare nel Paese Baltico, facendo girare l’economia, anche se il datore di lavoro o l’azienda sono registrati all’estero. Il visto è rivolto a freelance che lavorano da remoto e hanno cittadinanza extraeuropea, permette di rimanere in Estonia un anno e dà diritto a 90 giorni di spostamenti nell’area Schengen. Lo scopo è attirare almeno 2 milioni di persone per lavorare da remoto e usufruire dei servizi del Paese per fare ripartire l’economia post Covid. “I nomadi digitali useranno inoltre servizi tassati in Estonia, e porteranno maggiore diversità e ricchezza nella nostra comunità”, ha detto Ruth Annus, responsabile del dipartimento del ministero dell’Interno.

Altri Stati graditi dai nomadi digitali, come Thailandia e Malesia, stanno mettendo in vetrina soluzioni smart per gli stranieri. Anche in Europa esiste la possibilità di avere un visto da freelance. La Repubblica Ceca offre una ‘business visa’ di oltre 90 giorni per lavoratori indipendenti. Berlino ha la sua ‘freelance visa’, che permette di stare nel Paese dai 3 mesi in su, e anche il Portogallo offre residenze a lungo termine per chi lavora autonomamente.

Il fondatore di startup, Pieter Levels, che profetizzò entro il 2035 un miliardo di nomadi digitali, ha studiato quali sono i posti più frequentati dalle persone nel mondo per lavorare da remoto, completando così una classifica delle migliori città (per qualità e costo della vita) in cui lavorare in modo agile. Il nomade digitale si trova ancora in un limbo a livello legale. Vive temporaneamente in un luogo, ma lavora per una società che si trova in un altro Paese: il fenomeno è recente e i legislatori stanno prendendo le misure con i casi in arrivo nelle aule di tribunale.

QN.NET

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.